Maestro Massone

 

La Prima Sezione della Terza Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la prima sezione della terza lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Dove siete stato elevato al sublime Gr. di M. M.?

R: In una L. di M. M.

D: Composta da quanti?

R: Da tre.

D: Con quali denominazioni?

R: Il M. V. e i suoi due Sorv.

D: Come siete stato elevato?

R: Dopo essere stato sottoposto a un esame preliminare in L. aperta e istruito per una prova di merito che conduce al Terzo Gr..

D: Dopo dove siete stato condotto?

R: In un apposito locale adiacente alla L. dei M. M., per essere preparato.

D: Come foste preparato?

R: Mi vennero messe a n. entr. le br., entr. le parti del po., entr. i gn.; entr. i pd. mi vennero clz. in pfl.

D: Che cosa vi ha dato il diritto di chiedere l'ammissione in una L. di M. M.?

R: L'Aiuto di D., l'ausilio congiunto della Sq. e del Cs. e l'ausilio di una pr. di ps.

D: Come avete ottenuto l'ammissione?

R: Con i Cp. di un C. d. M.

D: Su che cosa siete stato ammesso?

R: Su entrambe le pt. di un Cs. appoggiate sul mio po.

D: Al momento di essere ammesso nella L., avete notato qualcosa di diverso dal solito?

R: Si: tutto era immerso nell'osc., salvo una d...e L..e ad E.

D: A cosa allude quell'osc.?

R: Alle t..e della M..e.

D: Devo dedurre che la M..e è il soggetto particolare di questo Gr.?

R: Lo è, senza dubbio.

D: Dopo essere stato ammesso nella L., dove siete stato condotto?

R: Sono stato condotto, fra i due D.i, alla sin del 1° S. e mi è stato ordinato di avanzare prima come A. A., poi come C. d. M.

D: Dopo, che cosa vi è stato richiesto?

R: Di inginocchiarmi e ricevere il beneficio di una preghiera M.a.

D: Vi prego di ripeterla. (M. V. ; 1° S. ; 2° S. ) (TUTTI si alzano col Sn. di Riv.)

R: Onnipotente ed Eterno D., Architetto e Regolatore dell'Universo, al volere creativo del quale ogni cosa fu inizialmente creata, noi, deboli creature della Tua Provvidenza, umilmente ti imploriamo di riversare su questa assemblea, riunita nel Tuo S. N., la rugiada benefica della Tua benedizione. In particolare Ti preghiamo di concedere la Tua Grazia a questo Tuo servo, che si offre ora quale Cand. per partecipare con noi ai misteri di un M. M. Infondigli tale forza d'animo affinchè non venga meno nell'ora della prova e sotto la Tua protezione possa attraversare senza pericolo la valle tenebrosa della morte e possa infine sorgere dal sepolcro del peccato e brillare come le stelle, per l'eternità.

Ex M. V.: E così sia. (TUTTI: abbassano il sn. e si siedono)

D: Dopo aver recitato la preghiera, che cosa vi fu fatto fare?

R: Sono stato condotto per t. volte intorno alla L..

D: Cosa vi è stato domandato, la prima volta?

R: Di salutare il M. V. come A. A., di avanzare verso il 2° S. come tale, mostrando il sn., comunicandogli la str. e la pr.

D: Cosa vi è stato domandato, la seconda volta?

R: Di salutare il M. V. e il 2° S. come un C. d. M. e di avanzare verso il 1° S. come tale, mostrando il sn., comunicandogli la str. e la pr. di quel Gr.

D: Che cosa sono stati chiamati a notare, allora, i Fratelli?

R: Che io, che ero stato regolarmente iniziato nella L. M.a e passato al Gr. di C. d. M., stavo per passare davanti a loro per dimostrare di essere il Cand. debitamente preparato per essere elevato al sublime Gr. di M. M.

D: Cosa vi è stato domandato, la terza volta?

R: Di salutare il M. V. e il 2° S. come un C. d. M., di avanzare verso il 1° S. come tale, mostrando il sn. e comunicandogli la str. di ps. e la pr. di ps. che conducono dal Secondo al Terzo Gr.

D: Poi che cosa ha fatto il 1° S.?

R: Mi ha presentato al M. V. quale Cand. debitamente preparato per essere e… al Terzo Gr.

D: Cosa ha comandato, allora, il M. V.?

R: Al 1° S. di ordinare ai D.i di istruirmi ad avanzare verso E. con i passi appropriati.

D: Vi prego di mostrare il metodo di avanzare verso E., in questo Gr.

R: (Ciò viene eseguito avanzando verso E., e poi tornando al posto) D: Quando foste ad E., di fronte al M. V., questi come si è rivolto a voi?

R: E' più che giusto che voi siate informato che una prova molto seria della vostra forza e fedeltà, nonché un impegno ancor più solenne vi attendono. Siete pronto ad andare loro incontro come dovreste? Al che confermai il mio assenso.

D: Allora il M. V. che cosa vi ha chiesto di fare?

R: D'in...mi su entr. le gn. e di porre entr. le mn. sul V. d. L. S.

D: Che cosa stavate per fare, in quella posizione?

R: Pronunciare il S. I. di un M. M.

D: Vogliate ripeterlo. (M. V. ; 1° S. ; 2° S. ) (TUTTI in piedi col Sn. Pn. di 3° Gr.)

R: Io, ..., alla presenza dell'Altissimo e di questa degna e venerabile L. di M. M., debitamente costituita, regolarmente convocata e propriamente dedicata, liberamente e spontaneamente, con queste e su questo, nel modo più solenne prometto e m'impegno a tenere sempre nascosti, celati e a mai rivelare alcuno o alcuni dei segni o dei misteri propri del Gr. di M. M., a chiunque al mondo, salvo a quelli che hanno giusto e legittimo diritto di conoscerli, e neppure a quello o a quelli se non dopo debita prova, severo esame o piena convinzione che egli o essi siano degni di tale confidenza, o nel seno di una L. di M. M. debitamente aperta sul C. Inoltre mi impegno solennemente ad aderire ai principi della Sq. e del Cs., a rispondere e obbe­dire a tutti i legittimi sn. e convocazioni regolari che mi saranno inviati da una L. di M. M., se entro la lunghezza della mia g..a e non accamperò alcuna scusa, eccetto malattia o urgenti e improrogabili impegni della mia vita pub­blica o privata. Inoltre, mi impegno solennemente a mantenere e sostenere i c. p. d. f. in pratica come in parola. La mia mano, data a un M. M., sarà un pegno sicuro di fratellanza. I miei piedi attraverseranno difficoltà e pericoli per unirsi ai suoi nel formare una colonna di mutua difesa e sostegno. La posizione della mia preghiera quotidiana mi rammenterà i suoi bisogni e disporrà il mio cuore a soccorrere le sue debolezze e portare sollievo alle sue pene, purché ciò non arrechi detrimento a me stesso o ai miei congiunti. Il mio petto sarà la sacra custodia delle sue confidenze, se avrà voluto affidarmele, ma con la specifica eccezione, in tutti i tempi, per l'omicidio, il tradimento, la fellonia e tutti gli altri delitti contrari alle leggi di D. e ai regolamenti dello Stato. Infine mi impegno a sostenere l'onore di un M. M. e conservarlo come se fosse il mio: non gli farò alcun male, né permetterò che altri gliene facciano, se in mio potere impedirlo ma, al contrario, respingerò fermamente colui che calunnie­rà il suo buon nome e rigorosamente rispetterò la castità dei suoi prossimi e cari, cioè la moglie, la sorella e la sua prole. Tutti questi punti giuro solennemente di osservare, senza evasione, equivoco o riserva mentale di alcuna sorta. Che l'Altissimo mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo mio S. I. di M. M. (TUTTI: tracciano il sn. e si siedono)

D: Dopo aver assunto l'I. S. di un M. M., cosa vi ha chiesto il M. V.?

R: Come pegno della mia fedeltà e per rendere questo un S. I. che mi legherà per tutta la vita, di suggellarlo t. v. con le m. lb. sul V. d. L. S.

D: In quale modo si è poi indirizzato a Voi?

R: Permettetemi di richiamare nuovamente la vostra attenzione sulla posizione della Sq. e del Cs. Quando foste accettato A. A. entrambe le punte erano nascoste; nel Secondo Gr. una delle due venne scoperta; in questo Gr. ambedue sono in vista, per testimoniare che siete libero di lavorare con entrambe le punte e rendere completo il cerchio dei vostri doveri massonici.

D: Quindi come ha proceduto il M. V.?

R: Mi ha preso amichevolmente per la mn. ds. e mi ha detto: Alzatevi, nuovo M. M.

D: Ripetete l'Esortazione che avete ricevuto.

R: Avendo ora prestato il solenne impegno di un M. M., è vostro diritto chiedere l'ultima e suprema prova, solo grazie alla quale potete essere ammesso a partecipare ai misteri di questo Gr. Prima di fare ciò è mio dovere richiamare la vostra attenzione su un esame retrospettivo dei gradi della L. M.a attraverso i quali siete già passato, in modo che vi sia meglio possibile distinguere ed apprezzare l'insieme di tutto il nostro sistema e le relative concatenazioni delle sue diverse parti. La vostra ammissione tra i L. M., in una condizione di disperata povertà, fu la rappresentazione simbolica dell'ingresso di ogni uomo in questa sua mortale esistenza. Essa intendeva inculcare le utili lezioni della naturale eguaglianza e della mutua interdipendenza; essa mirava ad istruirvi nella pra­tica dei principi della carità e beneficenza universale, a cercare consolazione alle vostre disgrazie porgendo aiuto e sollievo ai vostri simili nell'ora del loro travaglio. Soprattutto tendeva ad insegnarvi a inchinarvi con umiltà e rasse­gnazione alla volontà del G. A. dell'U. e dedicare il vostro cuore, così purificato da ogni funesta e malvagia passione e pronto unicamente a ricevere la verità e la saggezza, alla Sua gloria e per il bene di ogni mortale vostro simile. Procedendo oltre e guidando il vostro progredire con i principi della verità morale, foste condotto nel Secondo Gr., per ammirare la facoltà intellet­tuale e tracciarne il suo sviluppo, attraverso i sentieri della scienza celeste, fino al trono di D. medesimo. I segreti della Natura e i principi della verità intellettuale vennero quindi svelati ai vostri occhi. Alla vostra mente, così plasmata dalla virtù e dalla scienza, la Natura presenta tuttavia un'ulteriore, grande e utile lezione: attraverso la meditazione vi prepara per l'ultima ora della vostra esistenza; dopo avervi condotto, con quella meditazione, per le vie tortuose di questa vita mortale, essa infine vi insegna a come morire. Tali, Fr. mio, sono gli scopi peculiari del Terzo Gr. della L. M.a. Essi vi invitano a riflettere su questo terribile tema e vi insegnano ad essere sicuro che, per l'uomo retto e virtuoso, la morte non spaventa tanto quanto l'essere macchiati dalla menzogna e dal disonore. Di questa grande verità la storia della L. M.a offre un glorioso esempio nell'incrol­labile fedeltà e nella nobile morte del nostro M. H. A. Egli venne trucidato poco prima che fosse completato il T. di R. S., alla costruzione del quale, come senza dubbio voi siete già stato informato, egli fu il principale architetto.

D: Come M. M., da dove venite?

R: Da Or.

D: Dove è diretto il vostro cammino?

R: Verso Occ.

D: Quale motivo vi induce a lasciare l'Or. per andare verso Occ.?

R: Per cercare ciò che venne smarrito e che, con le vostre istruzioni e la nostra operosità, speriamo di ritrovare.

D: Che cosa venne smarrito?

R: I m….ri genuini di un M. M.

D: Come vennero smarriti?

R: Per la prematura morte del nostro M. H. A.

D: Vogliate informarmi come il nostro M., H. A., trovò la morte.

R: Quindici C. d. M., appartenenti a quel rango superiore che aveva il compito di controllare gli altri, vedendo che la costruzione era pressoché terminata ma non possedendo ancora le conoscenze del Terzo Gr., congiurarono al fine di ottenerle a qualsiasi costo, facendo magari ricorso alla violenza. Al momento però di mettere in atto la loro congiura, dodici dei quindici desi­stettero, mentre tre, di carattere più risoluto e crudele degli altri, persistettero nel loro empio disegno e, per attuarlo, si misero rispettivamente agli ingressi E., N. e S. del T., all'interno del quale il nostro M. si era raccolto in adorazione dell'Altissimo, come era sua desiderata consuetudine, quando il sole era alto a mezzogiorno. Terminate le sue devozioni, egli si accingeva ad uscire dalla porta a S., dove trovò ad ostacolarlo il primo di quegli scellerati. Questi, in mancanza di altra arma, si era munito di un pesante F. a P. e, in modo minaccioso, pretese le conoscenze di un M. M., ammonendolo che, altrimenti, la morte sarebbe stata la conseguenza del rifiuto. Il nostro M., fedele al suo impegno, rispose che tali conoscenze erano note a ... sole persone al mondo e che, privo del consenso e dell'aiuto delle altre ..., egli nè poteva né intendeva divulgarle. Tuttavia egli aggiunse che non aveva dubbio alcuno che, a tempo debito, i M. più meritevoli per la loro pazienza e laboriosità avrebbero avuto il diritto di venirne messi a parte, ma per quel che lo riguardava avrebbe accettato la morte, piuttosto che tradire la sacra fiducia in lui riposta. Non soddisfatto da tale risposta, quello scellerato vibrò un violento colpo in direzione della testa del nostro M. ma, sconcertato per la fermezza della sua condotta, mancò il colpo che, deviato, sfiorò la tempia ds., ma con una forza tale da farlo barcollare e crollare sul gc. sin. Ripresosi dal colpo egli si diresse verso l'ingresso a N., dove venne affrontato dal secondo di quegli scellerati, al quale diede la stessa risposta con non minore fermezza. Allora lo scellerato, che era armato di una Lv., gli vibrò un violento colpo sulla tempia sin che lo fece crollare a terra sul gc. ds. Trovandosi la ritirata tagliata da entrambe le parti egli, sfinito e sanguinante, si diresse barcollando verso l'entrata ad E., dove era appostato il terzo scelle­rato. Questi ricevette la stessa risposta alla sua insolente richiesta poiché, anche in quel momento critico, il nostro M. rimase forte e irremovibile. Allora il miserabile, che era armato di un pesante Mg., gli vibrò un violento colpo sulla fr., che lo fece crollare, privo di vita, ai suoi piedi.

D: Quando, in questo Gr. della L. M.a, voi siete rimasto d..t..o a t..r..a, il M. V. come si è rivolto alla L.?

R: I Fratelli sono pregati di prendere nota che, nella presente cerimonia, così come nella sua attuale posizione, il nostro Fr. sta impersonando una delle più fulgide figure mai registrate negli annali della M.a, cioè H. A., che sacrificò la propria vita come conseguenza della sua irremovibile fedeltà nella sacra fiducia in lui riposta. Io spero che ciò possa produrre un ricordo indelebile sia in lui, sia nelle vostre menti, se mai doveste trovarvi messi alla prova in circostanze simili.

D: Poi che cosa ha ordinato, il M. V.?

R: Al 2° S. di provare a sollevarmi con la str. da A. A., che provò che la presa era s.

D: Quindi che cosa ha ordinato?

R: Al 1° S. di provare a sollevarmi con la str. di un C. d. M., che provò ancora che la presa era s.

D: Allora il M. V. come si è rivolto ai suoi ufficiali principali?

R: Fratelli Sorv., avendo voi fallito i vostri tentativi, non rimane che un terzo metodo, che consiste nell'afferrare con una più ferma presa i t. della mn. e sollevarlo quindi con i c. p. d. f., cosa che, con il vostro aiuto, tenterò di fare.

D: Siete stato sollevato, e su cosa?

R: Sì, sui c. p. d. f.

D: Che cosa vi ha permesso di essere elevato al sublime Gr. di M. M.?

R: L'aiuto di D., l'assistenza congiunta della Sq. e del Cs. e la mia assiduità.

D: Da cosa e a che cosa siete stato elevato?

R: Dalla Sq. al Cs., ossia da una superficie orizzontale (traccia il sn. di 2° Gr.), ad una perpendicolare vivente (traccia il Sn. di Orr.)

D: Poi il M. V. come si è rivolto a voi?

R: E' in questo modo che tutti i M. M. sono e...i da una m...e simbolica, al fine di riunirli ai loro precedenti compagni di lavoro.

D: Ripetete l'Esortazione.

R: Permettete ora che io vi faccia osservare che la lc. di M. M. è l'o…..à v…..e, che serve soltanto per esprimere quell'ombra che avvolge le prospet­tive del futuro. Essa è quel velo misterioso che l'occhio dell'umana ragione non può penetrare senza l'aiuto di quella Lc. che proviene dall'Alto. Tuttavia anche solo con questo barlume di Lc. potete percepire di essere proprio ai pd. di una f.s.a, nella quale voi siete appena ora simbolicamente disceso e che, quando questa vita transitoria sarà giunta al suo termine, nuovamente vi accoglierà nel suo freddo grembo. Che gli emblemi della mortalità che giac­ciono dinnanzi a voi vi portino a meditare sul vostro inevitabile destino e vi spingano alla riflessione sul più interessante di tutti gli umani studi: la conoscenza di voi stesso. Abbiate cura di adempiere al compito assegnatovi mentre ancora è giorno. Continuate ad ascoltare la voce della Natura, che testimonia come, anche in questo organismo mortale, risieda un principio vitale e immortale, che ci concede di sperare giustamente che il Signore della Vita ci renda capaci di calpestare il Re dei Terrori sotto i nostri piedi ed elevare i nostri occhi a quella splendente Stella del Mattino, il cui sorgere porta pace e salvezza a tutti i fedeli e ubbidienti membri della stirpe umana.

D: Poi il M. V. come si è rivolto a voi?

R: Non posso meglio premiare l'attenzione che avete prestato a questa esortazione che confidandovi i modi di riconoscimento del Gr. Vogliate dun­que avanzare verso di me come C. d. M., ma prima ancora come A. A.

D: Dopo che cosa vi ha comandato di fare?

R: Un altro breve passo verso di lui col mio pd. sin., portando il tl. del pd. ds. nell'in. del pd. sin. come prima. Questo, mi informò il M. V., è il t. ps. R. nella L. M.a ed è in questa posizione che i modi di riconoscimento del Gr. vengono comunicati.

D: In cosa consistono?

R: In Sn., un Tc. e una Pr.

D: Dopo aver assunto l'I. S. ed essendovi stati confidati i sn., quale permesso avete ricevuto?

R: Quello di ritirarmi al fine di mettermi a mio agio. Il M. V. mi informò che al mio ritorno nella L. mi sarebbero stati ulteriormente spiegati i Sn., il Tc. e la Pr.

Ex M. V.: Fratelli, con questo termina la prima sezione della terza lezione.

LA RACCOMANDAZIONE E’:

Possa la fragranza della Virtù, come il ramo d'Acacia, fiorire sulla tomba di ogni Fr. defunto.

M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn Gr. o R. per 3 volte, da seduti.)

La Seconda Sezione della Terza Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la seconda sezione della terza lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Al vostro ritorno in L., siete stato investito?

R: Si, con l'insegna distintiva di M. M. che, come mi spiegò il Fr. 1° S., indicava gli ulteriori progressi da me compiuti nella scienza.

D: Ripetete cosa vi ha detto poi il M. V.

R: L'insegna con la quale siete stato ora investito non solo indica il vostro rango di M. M., ma vi deve anche rammentare i grandi doveri che solennemen­te vi siete appena impegnato a osservare. Così, mentre sta a indicare il vostro Gr. superiore, essa vi insegna a prestare assistenza e a istruire i Fratelli dei gradi inferiori.

D: Ci eravamo interrotti al punto della nostra storia tradizionale in cui si ricor­da la morte del nostro M. H. A.; quale effetto ebbe tale triste evento sull'Ordine?

R: Una perdita così importante, quale quella dell'architetto capo, non poteva mancare di essere sentita gravemente da tutti. L'assenza di quei piani e disegni che fino ad allora erano stati sempre regolarmente distribuiti alle diverse classi di operai, fu il primo indizio che qualche cosa di grave era accaduto al nostro M. I Menatschin, o Prefetti o, più semplicemente parlando, i Supervisori, delegarono alcuni tra i più eminenti di loro a rendere edotto R. S. circa la grave confusione in cui l'assenza di H. li aveva fatti precipitare e per esprimere il loro sospetto che la sua improvvisa e misteriosa scomparsa dovesse essere attribuita a qualche fatale catastrofe.

D: Allora che cosa comandò il R. S.?

R: L'appello generale degli operai dei vari reparti e fu così che tre della stessa classe dei Supervisori non vennero rintracciati. Nello stesso giorno i dodici C. d. M. che avevano inizialmente preso parte alla congiura si presentaro­no al cospetto del Re e resero una spontanea confessione circa tutto quanto era loro noto, fino al momento del loro ritiro dal numero dei cospiratori.

D: Quindi come procedette ?

R: Crebbero naturalmente i suoi timori sull'incolumità del primo dei suoi arti­sti; scelse perciò quindici fidati C. d. M. e ordinò loro di compiere diligenti ricer­che circa la persona del nostro M., per accertare se fosse ancora in vita o se fosse stato ucciso nel tentativo di estorcergli i segreti del suo elevato Gr.

D: Quali misure adottarono quei C. d. M.?

R: Venne stabilita una data per il loro ritorno a Gerusalemme ed essi si organizzarono in tre L. di C. d. M. e partirono dai tre ingressi del T.. Molti giorni trascorsero in vane ricerche. Infatti un gruppo tornò senza aver fatto alcuna importante scoperta.

D: Un altro gruppo fu più fortunato?

R: Lo fu, poichè la sera di un certo giorno, dopo aver sofferto le più dure privazioni e fatiche personali, uno dei fratelli che si era riposato giacendo per terra, per potersi alzare si aggrappò a un arbusto che spuntava lì vicino e che, con sua grande sorpresa, si sradicò dal terreno senza alcuno sforzo. Ad un più attento esame egli rilevò che la terra era stata smossa di recente. Chiamò allora i suoi compagni e, unendo i loro sforzi, rimossero la terra e là trovarono il c. del nostro M., sepolto senza rispetto alcuno. Essi, pieni di devo­zione e riverenza, lo ricoprirono nuovamente e, per riconoscere il posto, pian­tarono un ramoscello di a. alla testa della t. Quindi si affrettarono a ritornare a Gerusalemme per comunicare la triste notizia a R. S.

D: Come reagì il R. S., apprendendo la triste notizia?

R: Superata la prima emozione del suo cordoglio, ordinò loro di tornare in quel luogo per dare sepoltura al nostro M. in maniera degna del suo rango e del suo grandissimo talento. Al tempo stesso li informò che, a causa della sua prematura morte, i modi di riconoscimento di un M. M. erano andati perduti. Perciò li incaricò di essere particolarmente attenti nell'osservare qualsiasi sn., tc. o pr. casuali, che potessero verificarsi mentre si rendevano questi ultimi tristi tributi all'illustre scomparso.

D: Essi adempirono al loro compito?

R: Essi si conformarono al mandato ricevuto con la più grande fedeltà e, nel riaprire la terra, uno dei Fratelli, guardandosi attorno, notò alcuni dei suoi compagni in questa posizione (dà il Sn. di Orr.), colpiti dall'or.e per la tremen­da e dolorosa visione, mentre altri, notando la terribile f...a ancora visibile sulla sua fr., percossero la propria (dà il Sn. di Cp.), in segno di c..e per le sue sofferenze. Due dei fratelli scesero quindi nella fossa e tentarono di sollevarlo con la Str. da A. A., che si dimostrò sf..g...e. Essi tentarono allora la Str. da C. d. M., che si dimostrò anch'essa sf..g...e. Avendo entrambi fallito nel loro tentativo, un Fr. zelante ed esperto, con una presa più ferma, afferrò i t. d. m. e, con la loro assistenza, lo sollevò sui C. P. d. F., mentre gli altri, più emozionati, esclamarono -...- o -...-, avendo entrambe le parole un si­gnificato assai simile. L'una si può tradurre: la m. dell'Ar., la seconda l'Ar. è c.

D: Cosa ordinò loro R. S.?

R: Che quei Sn. casuali, quel Tc. e quelle Pr. fossero adottati per contraddistinguere tutti i M. M. dell'universo, fino a quando il tempo o le circostanze non avessero restituito quelli genuini.

D: Cosa fu del terzo gruppo?

R: Essi avevano condotto le loro ricerche in direzione di Jaffa e stavano considerando di ritornare a Gerusalemme quando, passando per caso davanti all'apertura di una grotta, udirono grandi lamenti ed esclamazioni di dolore. Entrarono nella grotta per accertarne la causa e vi trovarono tre uomini che corrispondevano alle descrizioni dei fuggiaschi. Questi, accusati dell'assassinio e vedendosi preclusa ogni via di scampo, resero completa confessione della loro colpa. Essi vennero quindi legati e condotti a G., dove R. S. sentenziò la loro morte, così ampiamente meritata dalla mostruosità del loro crimine.

D: Dove fu ordinato di seppellire il nostro M.?

R: Nel luogo quanto più vicino al Sanctum Sanctorum consentito dalla legge israelitica, in una tomba distante dal C.o tre piedi a E. e tre piedi a O., tre piedi tra il N. e il S. e a cinque o più di profondità.

D: Perché non nel Sanctum Sanctorum?

R: Poichè non era consentito che alcunché di comune o impuro vi entrasse, neppure il Sommo Sacerdote, salvo una volta all'anno e soltanto dopo molte abluzioni e purificazioni, in vista del grande giorno dell'espiazione delle colpe, poichè, secondo la legge israelitica, tutta la carne veniva considerata impura.

D: A chi fu ordinato di assistere ai funerali?

R: A quegli stessi quindici C. d. M. di fiducia, vestiti di grembiuli e guanti bianchi, quali emblemi della loro innocenza.

Ex M. V.: Fratelli, con questo termina la seconda sezione della terza lezione.

LA RACCOMANDAZIONE E’:

A colui che il T. eresse, che visse e morì entro la sq. e ora giace sepolto nessuno sa dove, salvo noi (Sn. di Orr.), che siamo M. M. (Sn. di Cp.).

M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn Gr. o R. per 3 volte, da seduti.)

La Terza Sezione della Terza Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la terza sezione della terza lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Ditemi quali sono gli ornamenti della L. di un M. M.

R: Il P…co, l'Abb. e il P. a S.

D: Il loro impiego?

R: Il P…co era l'ingresso che conduceva al Sanctum Sanctorum, l'Abb. l'apertura che dava luce a quello stesso e il P. a S. affinché il Sommo Sacerdote vi camminasse sopra.

D: Il compito del Sommo Sacerdote?

R: Bruciare l'incenso a onore e gloria dell'Altissimo e pregare con fervore affinchè l'Onnipotente, nella sua infinita saggezza e bontà, si degnasse di concedere pace e tranquillità alla nazione di Israele nel corso di tutto l'anno successivo.

D: Ditemi la pr. di ps. che conduce dal Secondo al Terzo Gr.

R: -...-

D: Chi era -...-?

R: Il primo art. che lavorò i mt.

D: Il significato della parola?

R: P...o d. m...o

D: Elencatemi i c. p. d. f.

R: Mn. nella mn., pd. contro pd., gn. contro gn., po. contro po., mn. sopra la sp.

D: Spiegateli in breve.

R: Mn. nella mn.: vi saluto come Fr. Pd. contro pd.: vi sosterrò in ogni vostra lodevole azione. Gn. contro gn.: la posizione della mia preghiera quotidiana mi ricordi le vostre necessità. Po. contro po.: custodirò, come se fossero mie, le vostre legittime confidenze, quando me le affiderete come tali. Mn sopra la sp: io difenderò la vostra reputazione in vostra assenza come pure in vostra presenza.

D: Spiegateli per esteso.

D: Mn. nella m.: quando le necessità di un Fr. richiedono il nostro aiuto, non dobbiamo ritrarci dal tendergli la mano per dargli l'assistenza che potrebbe salvarlo dall'affondare, sapendo che egli ne è degno e che ciò non è a danno di noi stessi o delle nostre famiglie. Pd. contro pd.: l'indolenza non deve arrestare i nostri pd., né la collera farci deviare il cammino ma, dimenticando ogni considerazione egoistica e rammentando che l'uomo non è nato solamente per il proprio godimento ma anche per assistere il suo prossimo, i nostri pd. dovrebbero farci volare per aiutare, assistere e dimostrare benevolenza a un nostro simile, particolarmente se è un Fr. Gc. contro gc.: quando offriamo le nostre preghiere all'Altissimo dovremmo rammentare il bene di un Fr. come se fosse il nostro, perché, come le voci dei bambini e dei neonati hanno ascolto al trono della grazia, con altrettanta certezza i sospiri di un cuore fervente e contrito raggiungono i domini della beatitudine e le nostre preghiere ci sono reciprocamente richie­ste per il benessere di noi tutti. Po. contro po.: dovremmo conservare le legittime confidenze di un Fr. come se fossero le nostre, se partecipateci come tali, poiché il tradire la fiducia che un Fr. ripone in un altro potrebbe arrecargli il più grande oltraggio che mai egli potrebbe ricevere nella sua vita. Sarebbe anzi come la scelleratezza dell'assassino che, appostato nel buio, colpisce al cuore il suo avversario, disarmato e ignaro del pericolo. Mn. sopra la sp.: dovremmo difendere la reputazione di un Fr., assente o presente; non dovremmo diffamarlo noi stessi, né permettere consapevolmente che siano altri a farlo. Così, Fratelli, noi dovremmo essere uniti, con i c. p. d. f., nel nostro sincero vincolo di affetto fraterno, che basterà a distinguerci da chi è estraneo al nostro Ordine M.o e può dimostrare a tutto il mondo come, tra i M., la parola Fr. sia molto più di un semplice appellativo.

D: Indicatemi gli attrezzi da Lavoro di un M. M.

R: Il S.ro, la M.ta e il Cs.

D: Quali sono i loro usi?

R: Il S.ro è uno strumento che ruota su di un perno centrale, da dove viene tesa una cordicella per indicare sul terreno dove scavare le fondamenta della costruzione prevista. Con la M.ta l'esperto artista delinea in abbozzo o in piano la costruzione, per istruire e dirigere gli operai. Il Cs lo rende capace di accertare e determinare i limiti e le proporzioni delle diverse parti con accura­tezza e precisione.

D: Ma poichè non tutti noi siamo M. operativi, ma piuttosto L. e A. o Speculativi, come applichiamo tali attrezzi alla nostra morale?

R: In tale senso il S.ro ci indica la retta e costante linea di condotta che dobbiamo seguire e che per noi è tracciata nel V. d. L. S. La M.ta ci insegna che le nostre parole ed azioni vengono osservate e annotate dall'Onnipotente Architetto, al quale dobbiamo rendere conto della nostra condotta durante l'intera vita. II Cs. ci rammenta la Sua infallibile e imparziale giustizia. Avendo Egli tracciato per la nostra istruzione i limiti del bene e del male, ci premierà o punirà a seconda che si sia ubbidito oppure trasgredito ai Suoi Divini Precetti. Così gli attrezzi da lavoro di un M. M. ci insegnano a scolpire nelle nostre menti le Leggi del nostro Divino Creatore e ad agire in base ad esse, affinchè, quando verremo richiamati da questo soggiorno terreno, ci sia possibile ascendere alla G. L. Superiore, dove il G. A. del Mondo vive e regna in eterno.

Ex M. V.: Fratelli, con questo termina la terza sezione e la lezione.

LA RACCOMANDAZIONE E’:

A colui che capì la maggior parte delle cose. A colui che trovò le pietre ed il legname, e che nobilmente sparse il proprio sangue nel compiere il proprio dovere. Benedetta sia l'era, e benedetto ogni dì, in cui nacquero quei tre grandi uomini che adornarono il T. d'I. con Saggezza, Forza e Bellezza.

M. V.: Fratelli, all'ordine!(Alla chiusura dell'ultima sezione della terza lezione viene dato ciò che viene comunemente chiamato il Fuoco nella M.a.

Nella Emulation Lodge of Improvement esso viene dato con dignitosa rapidità ed è consuetudine inserire il sn del 1° Gr. prima dell'ultima parte di ogni gruppo di tre).