Apprendista Ammesso

Introduzione

Le Lezioni Muratorie

nella Tradizione Emulation

L’Emulation Lodge of Improvement

Il modo di lavorare Emulation prende il nome dall'Emulation Lodge of Improvement (Loggia Emulation di Perfezionamento) di Londra, il cui Comitato è custode di questo particolare rituale. La Loggia di Perfezionamento si riunisce settimanalmente, da Ottobre a Giugno, e dimostra le Cerimonie e le "Letture", o "Lezioni", secondo la più ortodossa tradizione Emulation. L’Emulation Lodge of Improvment, riunitasi per la prima volta il 2 Ottobre 1823, fu specificamente formata per soli Maestri Muratori, col fine di fornire istruzione a coloro che desideravano prepararsi ad un ufficio di Loggia ed alla successione nel seggio di Maestro Venerabile. I fondatori provenivano principalmente dalle Logge d'Istruzione Burlington e Perseverance, la prima fondata nel 1810, l'altra nel 1817. Entrambe avevano insegnato il nuovo rituale approvato dalla Gran Loggia nel giugno 1816, ma tendevano a concentrarsi sul lavoro del Primo Grado e ad istruire i Candidati. Le finalità di una Loggia come l'Emulation Lodge of Improvement, o di qualsiasi altra Loggia di Perfezionamento, sono sostanzialmente di ordine pratico. Essa è preposta all’insegnamento e alla familiarizzazione con il Rituale, in favore dei Fratelli impegnati nell’ascesa ai vari gradi di Ufficiali di Loggia, oltre a rappresentare un importante momento di incontro, facilitando la conoscenza reciproca fra i Fratelli di diverse Logge. A Londra in particolare, dove il numero medio di riunioni rituali di una Loggia è di quattro, cinque in un anno, la Loggia di Istruzione rappresenta un momento di incontro “periodico”, senza il quale i Fratelli rimarrebbero notevolmente ed inevitabilmente distanti e sconosciuti l’uno all’altro. Del resto il vero significato di “Loggia”, per i nostri predecessori operativi nell’era medievale, aveva connotati di riflessione ed istruzione. Era nelle Logge, a lato di grandiose cattedrali, castelli od altri edifici in costruzione, che i nuovi operai Muratori venivano iniziati ai segreti e ai misteri della Muratoria. Essi iniziavano ad apprendere i segreti dell’arte e ad impararne il mestiere.

Oltre all’arte operativa, questi avrebbero appreso i valori sociali e morali contenuti negli Antichi Doveri, sopravvissuti fino ad oggi e contenuti nelle prime pagine del libro delle Costituzioni e dei Regolamenti, che vengono letti ad ogni Maestro Eletto prima della sua Installazione come Maestro di Loggia. In origine l'istruzione dei Maestri Muratori avveniva tramite le cosiddette "Lezioni Muratorie”, secondo il sistema della Grand Stewards Lodge, le cui lezioni descrivono in dettaglio le cerimonie dei diversi gradi. Le forme rituali in uso nella Gran Loggia Unita d'Inghilterra, come dimostrate dalla Loggia di Riconciliazione, formata specificamente per produrle, furono “approvate e convalidate” dalla Gran Loggia nel giugno 1816.

Dal 1830, secondo la pratica generale allora sviluppatasi, vennero anche introdotte le rappresentazioni delle cerimonie stesse. Dal 1816 ci sono stati aggiustamenti occasionali di natura rituale, approvati dalla Gran Loggia; i più importanti sono le variazioni nella formula usata in quelli che allora si chiamavano “giuramenti”, permesse da una risoluzione della Gran Loggia nel dicembre 1964 e, molto più recentemente, il più ampio cambiamento nel procedimento, introdotto dalla risoluzione della Gran Loggia del giugno 1986, concernente la formula usata negli Impegni Solenni.

La Emulation Lodge of Improvement si è sempre riunita, senza alcuna interruzione, fin dalla sua formazione ed ha sempre avuto la fama di resistere a qualsiasi cambiamento nelle cerimonie, sia esso volontario o meno, o comunque non autorizzato.

Il Comitato della Emulation Lodge of Improvement ha sempre tentato di conservare il rituale il più aderente possibile alla forma in cui è stato originariamente approvato dalla Gran Loggia e di non raccogliere alcuna modifica non autorizzata dalla stessa fonte. Così, mentre ogni tanto vi sono stati aggiustamenti minori per autorità della Gran Loggia, all'errore casuale non è mai stato permesso di passare inavvertito, per non farlo diventare, col tempo, una pratica consolidata.

William Preston

La concezione di Loggia di Istruzione venne a perfezionarsi grazie soprattutto all’impegno di William Preston, un Fratello molto influente e devoto. Il suo nome è molto noto ai Fratelli per le cosiddette “Letture Prestoniane”.

Alla sua morte lasciò la somma di 300 sterline alla Gran Loggia con il vincolo che gli interessi maturati dovessero destinarsi in favore di “qualche massone ben preparato a tenere annualmente una lezione sul Primo, Secondo e Terzo Grado dell’Ordine Massonico secondo le regole praticate nella Lodge of Antiquity”, una della quattro originarie Time Immemorial Lodges, di cui fu Maestro nel 1774.

Preston sviluppò un complesso sistema di regole massoniche, ben conosciuto, nella forma dei cosiddetti “catechismi” ed in stretta aderenza con il metodo della Antiquity Lodge.

Al fine di continuare queste Lezioni elargì alla Gran Loggia la somma sopra individuata. Le Letture Prestoniane continuarono così regolarmente tra il 1820 e il 1862, dopodiché non furono più tenute. Il sistema fu poi ripreso nel 1924 modificandolo al fine di inglobare al suo interno ulteriori letture selezionate dal Fratello incaricato in qualità di lettore.

“Le Letture Prestoniane” rimangono oggi le uniche lezioni ufficiali tenute sotto l’autorità della United Grand Lodge of England.

William Preston, considerato il padre del nostro attuale rituale, era scozzese e nacque ad Edimburgo nel 1742. Si trasferì a Londra nel 1760 e fu iniziato nel 1763, in una Loggia appena consacrata degli Antients, i cui membri cambiarono presto obbedienza e ricevettero il loro sigillo dalla principale Gran Loggia inglese nota con il nome di Moderns. Si trattava della famosa Caledonian Lodge n° 325, oggi n° 134.

La più nota appartenenza di Preston alla Lodge of Antiquity, di cui divenne membro e Maestro nello stesso giorno dell’anno 1774, fu lunga e complessa. Nel 1778 egli, unitamente ad un certo numero di fratelli di Loggia, fu espulso dalla Gran Loggia dal Committee of Charity, ossia l’equivalente del Consiglio delle Proposte Generali, per avere esibito i paramenti massonici al loro ritorno da una funzione ecclesiastica. In seguito, successivamente alla sua riammissione, venne nuovamente espulso e partecipò alla fondazione di una nuova Gran Loggia sotto l’autorità della Gran Loggia di York. Questa nuova Gran Loggia, di cui fu Deputato Gran Maestro, prese il nome di Grand Lodge of England South of the River Trent. Questa Gran Loggia restò in vita solo fino al 1789 quando a tutti i membri fu concesso di fare ritorno nella Lodge of Antiquity. William Preston, che di professione era tipografo, continuò tale attività durante tutta la sua vita profana, raggiungendo in Massoneria l’incarico di Assistente Gran Segretario nella prima Gran Loggia e, grazie tale incarico, fu nella condizione di prestare i suoi servigi all’Istituzione, cosa che altrimenti non gli sarebbe stata possibile.

Nel 1772 venne pubblicata la prima edizione del suo libro più famoso Illustrations of Masonry. A partire dal 1774 Preston, con altri Fratelli, iniziò una serie di dimostrazioni dei Lavori Rituali nei diversi gradi stabilendo un vero e proprio sistema rituale distintivo. Le riunioni di Loggia e le Lezioni organizzate da Preston furono una vera e propria Scuola di Istruzione. Tutto il Rituale che noi pratichiamo oggi è stato perfezionato, o comunque fortemente influenzato, da William Preston. Costui, pertanto, può essere visto come il Precettore della prima vera Scuola di Istruzione. Ed è solo dopo di lui che altre Logge di Istruzione iniziano a costituirsi e ad operare e vengono alla luce della ribalta Precettori celebrati e famosi’influenza di William Preston nei nostri Rituali è inoltre testimoniata dalle numerose edizioni di “Illustrations of Masonry” che sono state pubblicate negli anni.

Le Lezioni Muratorie

La ritualità Emulation, oggi, si differenzia dalle altre ritualità libero muratorie in molte delle comuni pratiche: viene dedicato poco tempo alla contemplazione, alla ricerca filosofica, alla speculazione sulla “ricerca della verità” e ad altri concetti esoterici similari. Questi aspetti di moralizzazione, nelle Logge di tradizione anglosassone, sono limitati alle Letture del rituale promulgate, nel 1770, da William Preston. Il resto è lasciato al pensiero e alla coscienza di ogni massone. Allo stesso modo le Logge di Istruzione servono all’essenziale e lodevole funzione della perfetta conoscenza ed applicazione demonica del Rituale nei vari gradi.

Le Lezioni Muratorie sono associate ai tre Gradi dell'Ordine, e ne descrivono il rituale e il significato morale e simbolico. Esse sono in forma catechetica, cioè di domanda e risposta, per essere eseguite da due o più Fratelli.

Come il rituale stesso, le Lezioni si sono sviluppate nel corso di molti anni, incorporando nelle varie epoche pensieri e idee di un gran numero di Fratelli che hanno ricevuto una qualche generale accettazione nell'Ordine. Potrebbe esserci una gran quantità di pensieri e di materiali che non sono mai sfociati in tali Lezioni, mentre parte del contenuto ora incluso, potrebbe anche essere non più attuale.

Le Lezioni Emulation hanno una certa antichità e formano un esercizio interessante nel riprendere i motivi e le illustrazioni che hanno attratto i nostri predecessori.

Il contenuto delle Lezioni ha avuto pochissime modifiche a partire dagli anni in cui si è incominciato ad eseguirle. Esse descrivono in dettaglio il rituale dei Gradi e contengono buona parte del frasario utilizzato nelle Cerimonie, col quale deve quindi esservi una precisa corrispondenza.

Le Tavole di Tracciamento a cui si fa riferimento sono quelle consuete, presenti nel Rituale Emulation, appartenenti alla Emulation Lodge of Improvement, disegnate ed eseguite nel 1845 per suo ordine e da essa utilizzate.

L'uso della forma catechetica è noto nella Muratoria fin dai primi documenti esistenti, benché i catechismi comparsi fino ad almeno la fine del 18° secolo fossero quasi tutti "esposizioni" di procedure Muratorie, piuttosto che provenire da una fonte più diretta.

Il sistema di Lezioni di William Preston, sviluppato dal 1772 in poi, ma del cui testo completo si sa poco fino ad almeno vent'anni dopo, e il “Master Key” di John Browne, pubblicato integralmente nel 1801, sono stati i primi testi a darci un'effettiva autentica informazione. Da quel momento in poi le Lezioni tuttora in uso sono diventate un sistema di istruzione completo nella Muratoria, non solo nelle procedure rituali di svolgimento delle cerimonie dei Gradi, ma nello spirito complessivo della Muratoria stessa.

Le cerimonie in se erano brevi e, fino agli inizi del 19° secolo, spesso erano eseguite da un numero ristretto di partecipanti, sovente in una stanza separata, prima che tutta la Loggia si riunisse. Allora la riunione in forma completa era abitualmente a tavola e qui, l'intera Lezione, veniva spesso eseguita come istruzione per il Candidato.

Con la fusione delle due precedenti Grandi Logge per formare, nel 1813, la Gran Loggia Unita d'Inghilterra, vi furono dei tentativi per uniformare il sistema di Lezioni. La Loggia di Riconciliazione, tra il 1813 e il 1816, aveva formulato un nuovo sistema rituale ed era necessario inserirlo in un sistema di Lezioni, per istruire in queste nuove procedure e adeguare il simbolismo alla nuova pratica.

Nessun sistema di Lezioni ha mai ricevuto un'approvazione formale dalla Gran Loggia, così come l'ha ricevuta invece nel 1816, il nuovo rituale.

All'epoca dell'Unione, nell'area di Londra, vigevano almeno tre sistemi di Lezioni. In quel momento fu generalmente accolto il sistema svolto nelle dimostrazioni ordinarie delle “Serate Pubbliche” della Loggia dei Grand Stewards. Esso si basava molto sul tipo di catechismo contenuto nel “Master Key” di John Browne, di uso corrente nelle Logge dei precedenti 'Moderni', con inserito il nuovo rituale.

Dal 1817 tutto ciò era stato disposto in un sistema di Lezioni che prevedevano l'istruzione nel nuovo rituale, con sette, cinque e tre sezioni, rispettivamente nelle Lezioni del Primo, del Secondo e del Terzo Grado, lo stesso modello in uso oggi.

Quando negli anni 1860 terminarono le “Serate Pubbliche” della Loggia dei “Grand Stewards”, la Emulation Lodge of Improvement divenne il corpo più conosciuto che eseguiva regolarmente queste Lezioni. Qualche piccola modifica è stata introdotta negli anni. In effetti la Loggia dei Grand Stewards aveva fatto alcune revisioni agli inizi degli anni 1860, ma queste Lezioni sono fondamentalmente le stesse eseguite nel 1817 e, salvo le necessarie correzioni per adeguarle alle nuove procedure rituali dopo il 1813, il loro contenuto è quasi identico a quello delle Lezioni svolte nella Muratoria inglese negli ultimi anni del 18° secolo.

Lo Svolgimento delle Lezioni

La sede naturale, ma non necessariamente esclusiva, di svolgimento delle Lezioni sono le riunioni delle Logge di Istruzione, in modo da essere eseguite tutte completamente almeno una volta nel corso di un anno. Le Lezioni sono divise in sezioni e vengono eseguite una o più sezioni per riunione. Le Lezioni sono predisposte per essere controllate da un Precettore o da un Maestro delle Lezioni, cioè da colui che fa le domande; le risposte possono essere date da uno o più assistenti.

Nella Emulation Lodge of Improvement, il Maestro delle Lezioni è sempre un membro del Comitato e occupa o il Seggio del Maestro Venerabile, o il posto dell'Ex Maestro Venerabile. Si ritiene che il porre le domande delle Lezioni implichi il controllo del lavoro e questo dovrebbe normalmente essere fatto da un Maestro Installato. Nelle riunioni di una Loggia di Istruzione la soluzione usuale è che un Fratello si assuma il compito di assistere l'esecuzione di un'intera sezione, fornendo le risposte alle domande di quella sezione. Quando è possibile questo lavoro di assistenza è fatto dal Primo Sorvegliante per la prima sezione e dal Secondo Sorvegliante per quella successiva. Quando non sono i Sorveglianti a svolgere questo lavoro, il Fratello che lo esegue sta in piedi al lato Nord del piedistallo del Primo Sorvegliante.

La Emulation Lodge of Improvement ha una procedura definita per il lavoro delle Lezioni. Il Maestro Venerabile in Seggio si rivolge così al Fratello che dovrà dare le risposte: "Fr. …... vogliate assistere il Ven. Fr. …... a svolgere la …... sezione della …... Lezione". Il Fratello che va ad assistere può essere chiamato per nome o per l'ufficio che ricopre; l'Ex Maestro Venerabile è chiamato per nome; la sezione e la Lezione sono indicate coi numeri appropriati.

Colui che va ad assistere si alza, rimane al suo posto e replica: "Farò del mio meglio, Maestro Venerabile ", senza dare alcun saluto; quindi, se non è un Sorvegliante che officia, si porta al lato Nord del piedistallo del Primo Sorvegliante. Se il lavoro deve essere svolto da un Sorvegliante, questi rimarrà in piedi al suo posto. Poi colui che assiste saluta il Maestro Venerabile nel Grado in cui la Loggia è aperta, e il lavoro procede col Maestro delle Lezioni che formula la prima domanda. Al termine di ogni sezione vi è una Raccomandazione, data di solito dal Maestro delle Lezioni eseguita da una specie di "fuoco".

Salvo che per il fuoco al termine delle ultime sezioni della Prima e della Seconda Lezione, questo viene dato da tutti i presenti, che rimangono seduti, salvo il Fratello che assiste nell'esecuzione. Il fuoco è sempre dato ad alta voce, facendo un determinato suono a ciascun colpo. Per le prime sei sezioni della Lezione del Primo Grado il fuoco è dato col segno dell'Apprendista e il movimento termina ogni volta con una battuta sulla coscia; per le prime quattro sezioni della Lezione del secondo Grado il segno è simile ai saluti dati in questo Grado nella cerimonia di Installazione, dopo la riammissione dei Compagni di Mestiere.

Per tutte e tre le sezioni della Lezione del Terzo Grado si dà un udibile colpo delle mani nel fare il segno Gr. o R. e nel battere sulle cosce. Per le ultime sezioni della Prima e della Seconda Lezione tutti sono in piedi, essendo stata data ai Fratelli l'opportunità di alzarsi nel corso della sezione. In entrambi i casi si ha il medesimo fuoco, simile a quello dato a tavola in molte parti del mondo, con una velocità appropriata alla circostanza. Dopo il fuoco il Maestro delle Lezioni dirà all'assistente: "Grazie, Fr. …...", che saluterà nel Grado in cui la Loggia è aperta e riprenderà il suo posto. Si procede quindi alla successiva sezione di Lezione, o al lavoro successivo.

Le Lezioni si svolgono correttamente con la Loggia aperta nel Grado appropriato e non si devono mai svolgere in un Grado inferiore a quello specifico della Lezione.

La Prima Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistere il Fr. ……………… nel lavoro della prima sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta).

D: Come ci siamo incontrati, voi ed io, per la prima volta come L. e A. M.?

R: Sulla Sq.

D: Come speriamo di separarci?

R: Sulla Ll.

D: Perché incontrarci e separarci in questo modo particolare?

R: Come M. dobbiamo lavorare sulla Sq., per essere in Gr. di separarci sulla Ll. con tutta l’Umanità e in particolare con un Fr.

D: Come M., da dove venite?

R: Da O.

D: Verso quale direzione siete diretto?

R: Verso E.

D: Quale motivo vi ha indotto a lasciare l’O per andare verso E?

R: Per cercare un M.o e ricevere da lui un insegnamento.

D: Chi siete Voi che desiderate un insegnamento?

R: Un L. e A. M.

D: Che tipo di uomo dovrebbe essere un L. e A. M.?

R: Un uomo libero, nato da una donna libera, Fr. di un Re, compagno di un Principe o di un mendicante, se M. e ritenuto degno.

D: Perché nato libero?

R: In riferimento a quella grande festa data da Abramo per lo svezzamento di suo figlio Isacco, quando Sara, moglie di Abramo, osservando Ismaele, figlio di Hagar, la schiava Egiziana, il quale scherniva e metteva a disagio suo figlio, protestò col marito e disse: “Allontana quella schiava e suo figlio, poiché egli non deve essere erede insieme a colui che è nato libero, il mio figlio Isacco”. Ella parlò come ispirata da spirito profetico, ben sapendo che dai lembi di Isacco sarebbe originato un popolo grande e potente, che avrebbe servito il Signore con libertà, fervore e zelo; temeva che se i due bimbi fossero stati allevati insieme, Isacco avrebbe potuto assorbire da Ismaele taluni principi servili; in quei giorni, così come oggi, era notorio che le menti degli schiavi sono più corrotte e meno illuminate di quelle dei nati liberi. Questa è la ragione che noi, quali L. M., adduciamo sul perché ogni M. dovrebbe essere nato libero; al giorno d’oggi, poiché la schiavitù è generalmente abolita, nella nostra Costituzione si ritiene che se un uomo è libero, pur potendo non esser nato libero, egli può essere accettato per esser costituito M.

D: Perché queste eguaglianze tra i M.?

R: Noi siamo tutti creati uguali, come sottolinea il nostro S. e S. I.

D: Parlando in generale: come M. da dove venite?

R: Da una degna e venerabile L. di Fr. e C.

D: Quali raccomandazioni portate?

R: Di ben salutarvi. (dà il sn. del 1° Gr.)

D: Nessuna altra raccomandazione?

R: Sinceri auguri di bene.

D: Poiché non portate altro che sinceri auguri di bene, cosa siete venuto a fare qui?

R: A imparare a dirigere e dominare le mie passioni e a compiere ulteriori progressi nella M.a.

D: Da questo presumo che siate un M.

R: Così sono accolto e accettato tra i Fr. e i C.

D: Come fate a sapere di essere voi stesso un M.?

R: Dalla regolarità della mia I., dalle ripetute prove e approvazioni ed essendo sempre pronto a sostenere un esame, quando mi venga appropriatamente richiesto.

D: Come fornite ad altri la prova di essere voi stesso un M.?

R: Con i sn., i to. e i pt. perfetti del mio ingresso.

D: Che cosa sono i sn.?

R: Tutte le Sq., le Lv. e le Prp. sono veri e propri sn tramite cui riconoscere un M.

D: Cosa sono i to.?

R: Certe regolari e amichevoli str. di mn., grazie alle quali riconosciamo un Fr. tanto al buio che alla luce.

D: Volete darmi i pt. del vostro ingresso?

R: Datemi il primo, Vi darò il secondo.

D: Io c...o.

R: Io n……o.

D: Che cosa desiderate n……..e?

R: Tutti i segni e i misteri appartenenti ai L. e A. M. nella M.a.

D: Questa è una L. aperta, potete quindi rivelarli senza pericolo.

R: Di, A e Su.

D: Di, A e Su che cosa?

R: Di mia libera volontà e consenso; A la porta della L.; Su la p..a di uno s..o ag..zo, appoggiata sulla p. sin. del mio po. n.

D: Quando siete stato costituito M.?

R: Quando il sole era al suo meridiano.

D: In questo paese le L. dei L. M. si riuniscono solitamente di sera: come spiegate questo, che apparentemente sembra un paradosso?

R: Poiché la terra ruota costantemente sul proprio asse, nella sua orbita attorno al sole, ed essendo la L. M. diffusa universalmente sulla superficie della terra, ne consegue necessariamente che il Sole è sempre al suo Meridiano, rispetto alla L. M.

D: Che cosa è la L. M.?

R: Un peculiare sistema di moralità, velato da allegorie e illustrato da simboli.

D: Dove siete stato costituito M.?

R: In una L. giusta, perfetta e regolare.

D: Che cos’è una L. di L. M.?

R: Un’assemblea di Fr., riuniti per intrattenersi sui m.ri dell’Ordine.

D: Quando è riunita, cosa la rende giusta?

R: Il V. d. L. S. aperto.

D: Che cosa la rende perfetta?

R: Sette o più M., regolarmente costituiti.

D: Che cosa la rende regolare?

R: Lo Statuto o Bolla di costituzione.

D: Perché siete stato costituito M.?

R: Per ottenere le conoscenze del M.re e per essere portato fuori dall’oscurità.

D: I M. hanno conoscenze?

R: Sì, ne hanno, molte e di inestimabile valore.

D: Dove le conservano?

R: Nei loro c.

D: A chi le rivelano?

R: A nessuno se non ai Fr. e C.

D: Come le rivelano?

R: Mediante sn., to. e particolari p.r..e.

D: Come M., come possiamo sperare di ottenerle?

R: Con l’aiuto di una ch…e.

D: Questa ch…e è a…sa o d….sa?

R: E’ a…sa.

D: Perché si dà preferenza al fatto che sia a…sa?

R: Essa dovrebbe sempre essere a…sa in difesa di un Fr. e mai essere d….sa a suo danno.

D: A cosa è a…sa?

R: Al filo della vita, nel passaggio dell’espressione, tra il g..t.l. e il p..t.e.

D: Perché è così strettamente connessa al c…e?

R: Poiché è un segno della mente, non dovrebbe esprimere altro se non ciò che il c…e veramente detta.

D: E’ una chiave curiosa, di quale metallo è composta?

R: Di nessun metallo, è la parola della buona reputazione.

Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la prima sezione della prima lezione.

LA RACCOMANDAZIONE E’:

Quella eccellente ch…e, la lingua di un L. M., che dovrebbe parlar bene di un Fr. assente o presente. Quando, sfortunatamente, non può farlo con onore e convenienza, allora dovrebbe adottare quella eccellente virtù dell’Arte, che è il Silenzio.

M. V.: Fratelli, all’ordine. (TUTTI danno il Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti).

La Seconda Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistere il Fr ……………… nel lavoro della seconda sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Dove, inizialmente, siete stato preparato per essere costituito M.?

R: Nel mio c...e.

D: E in seguito, dove?

R: In un apposito locale adiacente alla L.

D: Chi vi ha condotto per essere costituito M.?

R: Un amico, che in seguito riconobbi essere un Fr.

D: Descrivetemi il modo della vostra preparazione.

R: Fui p..o di tutti i m..i, venni b..o, il b. d., la p. s. del po. e il gn. s. mi furono messi a n.; il pd. d. mi venne clz. in una pfl. e un cp. mi fu messo intorno al c..o.

D: Perché siete stato p..o dei m..i?

R: Perché non potessi introdurre nulla di offensivo o di difensivo nella L. e disturbare la sua armonia.

D: Una seconda ragione?

R: Poiché sono stato ricevuto nella M.a in uno stato di povertà, questo era per ricordarmi di assistere tutti i Fr. indigenti, sapendo che essi lo meritano, senza detrimento per me o i miei familiari.

D: Una terza ragione?

R: Alla costruzione del T. di R. S., non si sentì mai il suono di attrezzi m..l..i.

D: La costruzione di un edificio così imponente come il T. di R. S. come ha potuto essere eseguita e conclusa senza l'aiuto di attrezzi m..l..i?

R: Le pietre furono tagliate nella cava e lì squadrate, scolpite, marcate e numerate. Il legname fu abbattuto e preparato nella foresta del Libano e lì intagliato, marcato e numerato; quindi fu fatto navigare fino a Jaffa e da qui, su dei carri, portato a G. e là posto in opera con mazze di legno e attrezzi preparati a tale scopo.

D: Perché le pietre e il legname vennero preparati così lontano?

R: Per dimostrare la superiorità dell'Arte di quei tempi: benché i materiali fossero stati preparati così lontano, quando giunsero a G. e furo­no messi in opera, ciascun pezzo combaciava con tale esattezza da apparire opera del G. A. dell'U., piuttosto che di mani umane.

D: Perché siete stato b...o?

R: Perché, qualora avessi rifiutato di procedere in qualcuna delle consuete cerimonie richieste per costituire un M., avrei potuto essere condotto fuori della L. senza averne potuto scoprire la forma.

D: Una seconda ragione?

R: Sono stato accolto nella M. in uno stato di o..à per rammentarmi di mantenere tutti nella stessa condizione, riguardo ai nostri m..i della M., salvo che questi non siano correttamente rivelati, come di lì a poco sarebbe avvenuto con me.

D: Una terza ragione?

R: Che il mio c…e potesse immaginare prima che i miei o…i potessero scoprire.

D: Perché vi fu posta una pfl. al pd.?

R: Si ritiene che le nostre L. si ergano su suolo sacro e ciò allude a un certo passo delle Scritture, dove il Signore così parlò a M..è dal Roveto Ardente: "Togliti i calzari dai tuoi piedi, poiché il suolo sul quale tu stai è suolo sacro."

D: Così appropriatamente preparato, dove siete stato condotto?

R: Alla porta della L.

D: Come avete trovato quella porta?

R: Chiusa e perfettamente c.p...a.

D: C.p….a da chi?

R: Da una persona che, in seguito, seppi essere il T..e, o C. E. della L..

D: Il suo dovere?

R: Armato di una spada sguainata deve tenere lontano tutti i profani e gli intrusi dalla M. e assicurarsi che i candidati siano correttamente preparati.

D: Essendo in uno stato di o...à, come avete saputo che era una porta?

R: Perché ho incontrato un ostacolo e dopo sono stato ammesso.

D: Come siete stato ammesso?

R: Con tre c...i distinti.

D: A cosa alludono questi tre c...i distinti ?

R: A un'antica e venerabile esortazione: "Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto."

D: Come avete applicato questa esortazione alla vostra situazione?

R: Dopo aver cercato nel mio animo ho chiesto del mio amico; egli ha b..s..o e la porta della L. M. mi è stata aperta.

D: Quando la porta della M. vi è stata aperta, chi venne ad assistervi?

R: Una persona che in seguito appresi essere il C. I.

D: Che cosa ha domandato al vostro amico, o al T..e o C. E.?

R: Chi avesse lì con sé.

D: La risposta del C. E.?

R: .... Il Sig. …… un povero Cand. in uno stato di o...à, che è stato caldamente e degnamente raccomandato, regolarmente proposto ed approvato in L. aperta, ed ora viene, liberamente e spontaneamente, debitamente preparato, umilmente sollecitando di essere ammesso ai m….ri e ai privilegi della L. M.

D: Cosa ha chiesto ancora il C. I.?

R: Come speravo di ottenere tali privilegi.

D: La vostra risposta?

R: Con l'aiuto di D., essendo libero e di buona reputazione.

D: Allora cosa ha fatto il C. I.?

R: Mi disse di fermarmi, mentre riferiva di me al M. V., che poi si compiacque di ordinare la mia ammissione.

D: Voi siete stato ammesso? E su che cosa?

R: Lo sono stato, sulla pt. di uno s..o ag..zo, appoggiata sulla p. s. del mio po. n.

D: Perché, al vostro ingresso nella L., la pt. di uno s..o ag..zo è stata appoggiata sulla p. s. del vostro po. n?

R: Per farmi capire che stavo per impegnarmi in qualcosa di serio e solenne, come pure per accertare il sesso.

D: Dopo essere stato ammesso in L., quale è stata la prima domanda che vi ha rivolto il M. V.?

R: Signor …..., poiché nessuno può essere costituito M. se non è libero e in età matura, io vi domando: siete voi un uomo libero e di ventuno anni compiuti? Al che io risposi affermativamente.

D: Dopo cosa vi è stato chiesto di fare?

R: Di i..g..i e ricevere il beneficio di una preghiera M.

D: Vi sarò grato se vorrete ripeterla. (M. V. ; 1° S ; 2° S ) (TUTTI - si alzano col Sn. di Riv.)

R: Concedi il Tuo aiuto, Padre Onnipotente e Supremo Governatore dell'Uni­verso, a questa nostra riunione e fa che questo Cand. alla L. M. possa dedicare e consacrare la sua vita al Tuo servizio, così da diventare un vero e leale Fr. tra noi. Aiutalo a comprendere la Tua Divina Saggezza, affinché egli, assistito dalla conoscenza della nostra Arte M.a, possa essere meglio in grado di scoprire la bellezza del vero sentimento divino, ad onore e gloria del T. S. N.

Ex M. V.: Così sia. (TUTTI - abbassano il Sn. di Riv. e si siedono)

D: Dopo la recita di questa preghiera, quale è stata la domanda successiva del M. V.?

R: In tutte le situazioni di difficoltà e di pericolo, in chi riponete la vostra fiducia?

D: La vostra risposta?

R: In D.

D: La replica del M. V.?

R: Sono veramente lieto di constatare come la vostra fede sia così ben riposta. Confidando in un così valido sostegno, potete alzarvi con sicurezza e seguire la vostra guida con ferma ma umile fiducia, perché laddove viene invocato il nome di D. siamo certi che nessun pericolo possa insorgere.

D: Quindi in che modo il M. V. si è rivolto alla L.?

R: I fratelli del N., E., S. e O. prendano nota che il Sig. …... sta per passare davanti a loro per dimostrare che egli è il Cand. debitamente preparato ed è persona degna e adatta ad essere costituita M.

D: Quindi la vostra guida come dispose di voi ?

R: Io non ero né nudo né vestito, né scalzo né calzato, ma in atteggiamento umile e esitante. Egli mi prese amichevolmente per la m. d., e mi con­dusse a N., oltrepassò il M. V. a E., poi giù a S. e mi consegnò al 1° S., a O.

D: Cosa vi è stato richiesto, durante il vostro passaggio intorno alla L.?

R: Di sottopormi a un esame, da parte del 1° e del 2° S., simile a quello che avevo fatto alla porta della L.

D: Perché siete stato condotto intorno in questo modo così particolare?

R: Per rappresentare figurativamente l'apparente stato di povertà e di angoscia nel quale ero ricevuto nella M.a e sulle cui miserie, se tradotte in realtà, dovevo riflettere per un momento, perché non mancasse di lasciare quella impressione nella mia mente, così che io irriguardosamente non chiuda mai le mie orecchie alle invocazioni dei miseri, specie di un Fr. M., ma che ascolti con attenzione i loro lamenti, che la pietà sgorghi dal mio c…e, accompagnata dal quel conforto richiesto dalle loro necessità e concessomi dalle mie possibilità. Come pure per mostrare che ero il Cand. debitamente preparato e una persona degna e adatta ad essere costi­tuita M.

D: Quali sono le persone idonee e adatte ad essere costituite M.?

R: Gli uomini giusti, retti e liberi, di età matura e di rigorosa moralità.

D: Perché i privilegi della M.a sono limitati agli uomini liberi?

R: Perché le viziose abitudini della schiavitù non possano contaminare i veri principi di libertà, sui quali è fondato l'Ordine.

D: Perché di età matura?

R: Per essere meglio in grado di giudicare noi stessi, come pure la Fratellanza nel suo insieme.

D: Perché di sano giudizio e rigorosa moralità?

R: Perché con i precetti e con l'esempio, noi possiamo metterci meglio in grado di rafforzare la dovuta obbedienza a quelle eccellenti leggi e principi presenti nella L. M.

D: Quando, a O., siete stato affidato al l° S., questi come ha proceduto?

R: Mi ha presentato al M. V. come un Cand. debitamente preparato per essere costituito M.

D: La risposta del M. V.?

R: Fr. 1° S., la vostra presentazione avrà il dovuto seguito e a tale scopo rivolgerò alcune domande al Cand., alle quali confido che egli vorrà rispondere con sincerità.

D: La prima di quelle domande?

R: Dichiarate sinceramente sul vostro onore che, non condizionato da inopportune sollecitazioni di amici contro la vostra stessa inclinazione, né influenzato da motivi di interesse o di altra indegna natura, vi offrite liberamente e spontaneamente quale Cand. ai m….ri e ai privilegi della L. M.?

D: La seconda?

R: Dichiarate, in egual modo, di essere spinto a sollecitare tali privilegi dalla buona opinione che vi siete formato sull'Istituzione, da un generale desiderio di conoscenza e da una sincera volontà di porvi ancor più al servizio del vostro prossimo?

D: La terza?

R: Dichiarate inoltre sul vostro onore che, evitando il timore da un lato e l'avventatezza dall'altro, procederete, con ferma perseveranza, nella cerimo­nia della vostra Iniziazione e, se ammesso, agirete e vi comporterete in seguito secondo gli antichi usi ed i tradizionali costumi dell'ordine? A tutto questo ho dato risposte affermative.

D: Quindi cosa ha comandato il M. V.?

R: Al 1° S. di ordinare al 2° D. di istruirmi ad avanzare verso il piedistallo nella dovuta forma.

D: Vi sarò grato se vorrete mostrare il modo di avanzare da O. ad E. in questo Gr.

R: (Questo viene eseguito arrivando fino al seggio)

D: In che cosa consistono questi tre ps. di...li?

R: Linee rette e angoli.

D: Cosa insegnano, in senso morale?

R: Delle vite rette e delle azioni ben squadrate. (Ritorna al posto)

D: Quando eravate ad E., davanti al M. V., questi come si è rivolto a voi?

R: E' mio dovere informarvi che la M.a è libera e richiede ad ogni Cand. una perfetta libertà di inclinazione verso i suoi m….ri. Essa è fondata sui più puri principi di pietà e di virtù. Possiede grandi e inestimabili privilegi e, per assicurare questi privilegi a uomini degni e, noi speriamo, solo ad essi, è richiesto un impegno di fedeltà. Posso assicurarvi che in tale impegno non vi è nulla di incompatibile con i vostri doveri civili, morali o religiosi. Siete dunque disposto a prestare un S. I., fondato sui principi che vi ho ora enunciato, di mantenere inviolati i segni e i m….ri dell'Ordine? A questo io ho dato il mio assenso.

D: Siete stato costituito M.?

R: Lo sono stato e regolarmente.

D: Descrivete il modo regolare in cui siete diventato M.

R: Gc. sin. nd., pd. ds. clz. in una ptf., pd. ds. a f..a di sq., gn. ds. entro la sq., mn. ds. sul V. d. L. S., mentre la sin. era impegnata a sostenere un Cs. a.e...o, una pt. del quale era appoggiata sulla p. sin. del mio po. n.

D: Perché, al momento della vostra iniziazione, vi è stato appoggiato il Cs. sulla p. sin. del vostro po. n.?

R: Come il Cs. era in quel momento un simbolo di tortura per il mio corpo, così il suo ricordo deve esserlo per il mio animo, se in futuro dovessi essere sul punto di rivelare impropriamente alcuno di quei sn. della M.a che stavano per essermi confidati.

D: In quell'atteggiamento cosa stavate per fare?

R: Prestare il G. e S. Imp. di un M.

D: Vi sarò grato se vorrete ripetermelo. (M. V. ; 1° S ; 2° S ) (TUTTI - si alzano e assumono i1 sn. del 1° Gr.)

R: Io, ... alla presenza del G. A. dell'U. e di questa degna, venerabile e legittima L. di L. e A. M., regolarmente riunita e appropriatamente dedicata, liberamente e spontaneamente, con questa e su questo, sinceramente e solennemente prometto e mi impegno a tacere, celare e giammai rivelare alcuna parte o parti, punto o punti dei sn. o dei m….ri propri o riguardanti i L. e A. M. nella M., che io abbia conosciuto in passato, o che mi vengano adesso o in qualsiasi momento del futuro comunicati, salvo che a uno o più Fr. veri e regolari e neppure a lui o a loro, se non dopo adeguata prova, severo esame, o sicura informazione da parte di un Fr. ben conosciuto, che egli o essi siano degni di tale confidenza. Oppure in seno ad una L., giusta, perfetta e regolare di A. L. M. Inoltre prometto solennemente di non scriverli, né di porli su carta, scolpirli, disegnarli, inciderli o altrimenti delinearli, né di tollerare che ciò sia fatto da altri, se in mio potere prevenirlo, su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto la volta del cielo, attraverso o mediante cui alcuna lettera, carattere o figura, o la minima traccia di una lettera, carattere o figura possa divenire leggibile o intellegibile a me stesso o a chiunque altro al mondo, cosicché le nostre arti e i nostri m….ri nascosti possano essere impropriamente conosciuti a causa della mia imprudenza. Solennemente prometto di osservare tutti questi pt., senza evasione, equivoco o riserva mentale di alcun genere, pienamente consapevole che, violando anche solo uno di essi, sarò additato come individuo colpevole di spergiuro, privo di ogni valore morale e assolutamente indegno di essere accolto in questa venerabile L. o in qualunque altra legittima L. o società di uomini che stimi l'onore e la virtù al di sopra dei vantaggi esteriori del rango e della ricchezza. Che D. mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo mio A. e S. I. di A. A. L. M. (TUTTI - abbassano il sn. e siedono)

D: Avendo prestato il S. I. di un M., come si è rivolto a voi il M. V.?

R: Ciò che avete appena ripetuto non può essere considerato che una seria promessa; come pegno della vostra fedeltà e per renderla un S. I., vogliate suggellarla con le vostre lb. sul V. d. L. S.

D: Dopo come si è rivolto a voi?

R: Essendo stato tenuto per un considerevole tempo in uno stato di o...à, qual'è, nella vostra attuale condizione, il desiderio predominante nel vostro c…e?

D: La vostra risposta?

R: La L..e. Alla quale il 2° D., su ordine del M. V., si compiacque di riportarmi.

D: Dopo essere stato riportato alla benedizione della L..e materiale, cosa è stato posto alla vostra attenzione?

R: Le tre grandi, benché emblematiche, l..i della L. M., che sono il V. d. L. S., la Sq. e il Cs.

D: I loro usi?

R: Le S. S. servono per governare la nostra fede, la Sq. per regolare le nostre azioni e il Cs. per mantenerci nei giusti limiti di condotta verso tutti e in particolare verso i nostri Fr. nella L. M.

Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la seconda sezione della prima lezione.

LA RACCOMANDAZIONE E’:

Il c…e che nasconde e la lingua che non rivela mai impropriamente alcuno dei sn. o dei m….ri propri o riguardanti i L. e A. M. nella M.a.

M. V.: Fratelli, all'ordine.(TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)

La Terza Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la terza sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V.. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Dopo essere stato alzato dalla vostra posizione in gn., cosa siete stato in grado di scoprire?

R: Le tre L..i minori.

D: Come sono disposte?

R: Ad E., S., e O.

D: A che scopo?

R: Per mostrare il corso regolare del Sl., che sorge a E., raggiunge il suo splendore meridiano a S. e cala a O.; come pure per illuminare gli uomini al, nel e dal lavoro.

D: Perché non ce n'è nessuna a N.?

R: In quel momento il Sl. è sotto il nostro orizzonte e da quella posizione non lancia alcun raggio di L..e su questo nostro emisfero.

D: Cosa rappresentano quelle tre L..i minori?

R: Il Sl., la Ln. e il M.o della L.

D: Perché il Sl., la Ln. e il M.o della L.?

R: Il Sl. per regolare il g.o, la Ln. per governare la nt. e il M.o per regolare e dirigere la sua L.

D: Perché il M. V. di una L. di Liberi M. è paragonato a questi due grandi astri?

R: Come per la benefica influenza del Sl. e della Ln. noi uomini siamo in grado di adempiere ai doveri della vita sociale, così la cura premurosa e l'istruzione del M. V. (saluta il M. V. col sn. del 1° Gr) ci mettono in grado, come M., di adempiere ai doveri che l'Arte ci richiede.

D: Dopo la spiegazione delle L..i minori, il M. V. come si è rivolto a voi?

R: . Fr ………… con il vostro docile e sincero contegno, questa sera siete sfuggito, simbolicamente, a due grandi pericoli, ma ve n'era un terzo che tradizional­mente vi avrebbe atteso fino all'ultimo istante della vostra esistenza. I pericoli ai quali siete sfuggito sono stati quelli di essere p. e s., poiché al vostro ingres­so nella L. questo p. venne puntato contro il vostro po. s. n., per cui, se vi foste avventatamente gettato in avanti, sareste stato artefice della vostra ... facendovi ..., mentre il Fr. che lo impugnava sarebbe stato immobile, facendo il suo dovere. Vi era inoltre questo cp. attorno al vostro collo, che avrebbe reso qualsiasi tentativo di indietreggiare egualmente fatale. Ma il pericolo che, tradizionalmente, vi avrebbe atteso fino alla vostra ultima ora era la pena fisica una volta associata all'Impegno di un M., ossia quella di avere la v. g. t. di t., se aveste impropriamente rivelato i modi di riconoscimento della M.a. La pena completa era quella di avere la g. t. di t., l. l. s. d. s. r. e s. s. l. r. d. m., al l. d. b. m., o a. d. d. u. g. d. r., dove il f. e r. d. m. a. r. d. v. o. 24 o. L'inclusione di una tale pena non è necessaria, poiché l'impegno che avete assunto è per voi vincolante finché vivrete.

D: Come si è rivolto ancora a voi?

R: Avendo prestato l'A. e S. I. di un M., mi è ora permesso farvi sapere che nella L. M.a ci sono diversi gradi e particolari modi di riconoscimento relativi ad essi. Questi tuttavia non vengono comunicati indiscrimina­tamente, bensì vengono concessi ai Cand. in base ai loro meriti e alle loro capacità. Procederò quindi a confidarvi quelli relativi a questo Gr., cioè quei segni grazie ai quali ci riconosciamo l'uno con l'altro e ci distinguiamo dal resto del mondo. Innanzitutto debbo premettere che la Sq., la Ll. e il F. a P. sono sn. veri e propri di riconoscimento di un M. Vi prego pertanto di stare in posizione eretta, con i piedi a forma di Sq. Il vostro corpo sarà così considerato come emblema del vostro spirito e i vostri piedi della rettitudine delle vostre azioni.

D: Poi il M. V. cosa vi ha ordinato di fare?

R: Un breve passo verso di lui col mio pd. s., portando il tl. del pd. d. nell'i. del pd. s.; mi ha informato che quello è il p. ps. regolare nella L. M.a ed è in questa posizione che i modi di riconoscimento del Gr. vengono comunicati.

D: In cosa consistono?

R: In un Sn., un Tc. e una Pr.

D: Vi sarò grato se vorrete darmi il Sn. nella forma dovuta.

R: (esegue)

D: . Comunicate il Tc. al Fr. ……………

R: (esegue)

D: E' corretto?

R: (dal Fr. a cui è comunicato, col Sn. del Gr. in cui è aperta la L.): Lo è, M. V.

D: Che cosa richiede?

R: Una pr.

D: Datemi quella pr.

R: Poiché alla mia iniziazione mi venne raccomandato di esser cauto, la pronuncerò con voi lettera per lettera, o dimezzandola.

D: Come volete: cominciate pure.

R: (viene data per sillaba)

D: Da dove deriva questa pr.?

R: Dalla cl. sin. del p...o o i...o del T. di R. S., così chiamata in onore di ..., a. di D., un Prp. e Regg. in I.

D: Il significato della pr.?

R: ……..

D: Dopo l'Imp. e confidativi i sn. del Gr., siete stato investito?

R: Lo sono stato, con l'insegna distintiva di un M. Il 1° S. mi ha infor­mato che essa è più antica del Vello d'Oro, o dell'Aquila Romana e più onorifica della Giarrettiera, o di qualsiasi altro Ordine esistente, essendo l'insegna dell'innocenza e il vincolo dell'amicizia. Egli mi ha esortato vivamente a indossarla e considerarla sempre come tale; mi ha inoltre informato che se io non disonorerò mai tale insegna (colpisce il grembiule con la mn. ds.), essa non mi recherà mai disonore.

D: Ripetete il discorso che poi avete ricevuto dal M. V.

R: Consentitemi di aggiungere alle osservazioni fatte dal 1° S. che non dovrete mai indossare quella insegna se vi accingete a visitare una L. nella quale si trova un Fr. con il quale vi trovate in disaccordo o verso il quale nutrite sentimenti di animosità. In questo caso ci si aspetta da voi che lo chiamiate in disparte, al fine di comporre amichevolmente le vostre divergenze, felicemente appianate le quali potrete quindi indossare le vostre insegne ed entrare in L. e lavorare con quell'amore e quell'armonia che devono distinguere in ogni momento i L. M. Ma se, sfortunatamente, le vostre divergenze fossero tali da non potersi così facilmente appia­nare, sarà meglio che uno di voi o entrambi vi ritiriate, piuttosto che disturbare l'armonia della L. con la vostra presenza.

D: A questo punto, dove vi è stato ordinato di recarvi?

R: Al lato N. E. della L.

D: Ripetete la raccomandazione.

R: E' consuetudine, quando si erigono importanti edifici, posare la prima pietra, o pietra di fondazione, nell'angolo a N. E. della costruzione. Voi, che siete stato appena ammesso nella M.a, siete posto nel punto a N. E. della L. per rappresentare simbolicamente quella pietra. Dalle fondamenta poste questa sera possiate voi elevare una sovrastruttura perfetta in tutte le sue parti e motivo di onore per chi la costruì. Voi apparite adesso, in tutte le sembianze esteriori, un giusto e retto M. e io vi raccomando caldamente di continuare a comportarvi sempre come tale. Procederò dunque a mettere subito alla prova in qualche modo i vostri principi, chieden­dovi di esercitare quella virtù che può giustamente essere denominata la caratteristica distintiva del cuore di un L. M.: intendo dire la Carità. Non è questo il momento di tesserne gli elogi ed io non dubito che voi l'abbiate spesso sentita e praticata. Sia sufficiente dire che essa ha l'approvazione del Cl. e della Tr. e come sua sorella, la Misericordia, benedice colui che dà, così come colui che riceve. In una società così estesa quanto la L. M.a, le cui diramazioni si estendono sui quattro quarti del globo, non si può negare che vi siano molti membri di rango elevato e di notevole ricchezza, né si può nascondere che, fra le migliaia che si schierano sotto i suoi stendardi, ve ne siano di quelli che, forse per circostanze inevitabili di calamità o di disgrazia, sono ridotti all'estremo livello di povertà e miseria. Per loro conto è nostra consuetudine risvegliare i sentimenti di ogni nuovo Fr., con un appello alla sua carità, commisurato a ciò che le sue condizioni di vita possano equamente consen­tire. Pertanto, quel che vi sentite disposto a dare, lo consegnerete al Fr. 2° D.: esso sarà ricevuto con riconoscenza e fedelmente distribuito.

D: La vostra risposta?

R: Che ero stato privato di tutti gli oggetti di valore, prima di entrare nella L., altrimenti avrei donato generosamente.

D: La replica del M. V.?

R: Mi congratulo con voi per gli onorevoli sentimenti dai quali siete animato e prendo atto della vostra impossibilità di soddisfarli in questo momento. Credetemi, questa prova non è stata fatta per prenderci gioco dei vostri sentimenti, ma per tre ragioni speciali.

D: La prima di quelle ragioni?

R: Per mettere alla prova i miei principi.

D: La seconda?

R: Per dimostrare ai Fratelli che non avevo su di me né d..o né oggetti m...i poiché, se ne avessi avuti, si sarebbe dovuto ripetere la cerimonia della mia iniziazione, fino a quel punto.

D: La terza?

R: Come monito al mio c..re, qualora dovessi incontrare in futuro un Fr. bisognoso che mi chiedesse di essere assistito, di ricordarmi questo particolare momento in cui sono stato ricevuto nella M.a, povero e spogliato di tutto, e cogliere senza indugio l'occasione per praticare quella virtù che ho dichiarato di ammirare.

D: Poi cosa vi ha presentato il M. V.?

R: Gli attrezzi da lavoro di un A. A. L. M. Essi sono: il Reg. da 24 pl., il comune Magl. e lo Scp.

D: A cosa servono?

R: Il Reg. da 24 pl. per misurare il nostro lavoro, il comune Magl. per smussare tutte le asperità superflue e le protuberanze, mentre lo Scp. per levigare ulteriormente e preparare la pietra, per renderla adatta alle mani dell'operaio più esperto.

D: Poiché non tutti noi siamo M. operativi, ma piuttosto liberi e accettati, o speculativi, come applichiamo questi strumenti alla nostra morale?

R: In questo senso il Reg. da 24 pl. rappresenta le 24 ore del giorno, parte del quale deve essere dedicata a pregare D. Onnipotente, parte lavorando e riposando e parte al servizio di un amico o di un Fr. bisognoso, senza però che questo avvenga a detrimento nostro o dei nostri congiunti. Il comu­ne Magl. rappresenta la forza della coscienza, che dovrebbe soggiogare tutti i pensieri futili e indegni che potessero sorgere durante alcuno dei suddetti periodi, affinché le nostre parole e le nostre azioni possano ascendere incon­taminate al Trono della Grazia. Lo Scp. indica i vantaggi dell'istruzione, la quale, sola, può renderci degni di una società regolarmente organizzata.

D: Quindi il M. V. come si è rivolto a voi?

R: Poiché nel corso della serata vi saranno chiesti contributi per la vostra iniziazione, è giusto che voi sappiate in virtù di quale autorità noi agiamo. Questa è la Bolla, o Carta di Fondazione rilasciata dal Grande Oriente d'Italia. Potete controllarla questa sera o in qualunque altra sera futura. Questo è il Libro della Costituzione e questi sono i Regolamenti Interni di questa L. Vi raccomando di studiarli entrambi attentamente, poiché l'uno vi istruirà sui doveri che avete verso l'Ordine in generale e l'altro sui doveri che avete verso questa L. in particolare.

D: Dopo, quale permesso avete ricevuto ?

R: Di ritirarmi, per mettermi a mio agio, e venni informato dal M. V. che, al mio ritorno in L., egli avrebbe richiamato la mia attenzione con un'esortazio­ne che illustra gli eccellenti pregi della nostra Istituzione e le qualifiche dei suoi membri.

D: Quando foste posto al lato N. E. della L., assistito dalle tre L..i m…..i, cosa foste in grado di scoprire?

R: La forma della L.

D: Quale forma?

R: Un parallelepipedo.

D: Descrivete le sue dimensioni.

R: In lunghezza, da E. a O., in larghezza da N. a S., in profondità dalla superficie della terra al suo centro, e alta fino al Cielo.

D: Perché una L. di L. M. è descritta con un'estensione così vasta?

R: Per mostrare l'universalità della scienza e che la carità di un M. non conosce confini, se non quelli della prudenza.

Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la terza sezione della prima lezione.

La RACCOMANDAZIONE è:

A tutti i M. poveri e afflitti, ovunque essi siano, dispersi sulla superficie della terra e delle acque, augurando loro un rapido sollievo da tutte le loro sofferenze e un sicuro ritorno al loro paese natale, se questo è il loro desiderio.

M. V.: Fratelli, all'ordine! (TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)

La Quarta Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la quarta sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Su quale terreno si trovano le nostre Logge?

R: Su T. S.

D: Perché su T. S.?

R: Perché la prima L. è stata consacrata.

D: Perché è stata consacrata?

R: A seguito di tre grandi offerte fatte su di essa, che incontrarono la Divina approvazione.

D: Vi prego di specificarmele.

R: La prima fu la pronta obbedienza di Abramo alla volontà di D., non rifiutandosi di offrire in olocausto suo figlio Isacco, quando all'Onnipotente piacque sostituirlo con una vittima più adatta. La seconda consistette nelle innumerevoli pie preghiere e invocazioni del Re Davide, che placarono lo sdegno di D. ed arrestarono una pestilenza che stava allora infuriando sul suo popolo, causata dal fatto che, inavvertitamente, aveva ordinato di censirlo. La terza consistette nelle molte cerimonie di ringraziamento, offerte, olocausti e preziose oblazioni fatte da S. R. d'I., quando il T. di G. venne completato, dedicato e consacrato al servizio di D. Queste tre offerte hanno reso, rendono, e confido che renderanno sempre sacro il terreno della L. M.a.

D: Come sono orientate le nostre L.?

R: Da E. a O.

D: Perché?

R: Perché così sono, o dovrebbero essere, orientati tutti i luoghi di culto divino, come anche le L. regolari, ben formate e costituite, dei M..

D: A questo attribuiamo tre ragioni M.e, vi prego di volermi illustrare la prima.

R: Il Sl., Gloria del Signore, sorge ad E. e tramonta a O.

D: La seconda.

R: La sapienza trasse origine a E. e di là ha sparso la sua benefica influenza ad O.

D: La terza, ultima e grande ragione?

R: Ogniqualvolta contempliamo le opere della creazione, con quanta ricono­scenza e prontezza dovremmo adorare l'Onnipotente Creatore, che non ha mai lasciato gli uomini senza una sua vivente testimonianza. Fin dai tempi più lontani ci è stato insegnato a credere nell'esistenza di una divinità. Leggiamo di Abele che presenta al Signore un'offerta più gradita di quella di suo fratello Caino; di Enoch che cammina con D.; di Noè, uomo giusto eretto alla sua epoca e maestro di rettitudine; di Giacobbe, che lotta con un angelo, vince e ottiene una benedizione per sé e la propria discendenza. Non abbiamo mai udito o letto di alcun posto appositamente preparato per la pubblica celebrazione solenne del culto Divino, se non dopo la felice liberazione dei figli d'Israele dalla loro schiavitù egiziana, che all'Onnipotente piacque compiere con una mano alzata e un braccio proteso, sotto la guida del Suo fedele servo M..è, come dalla promessa fatta al loro antenato Abramo: che dal suo seme Egli avrebbe creato un popolo grande e potente, numeroso come le stelle del cielo e la sabbia del mare. Quando essi stavano per prendere possesso della città dei loro nemici ed ereditare la terra promes­sa, l'Onnipotente ritenne giusto rivelare loro quelle tre assai eccellenti istitu­zioni, cioè le Leggi Morale, Liturgica e Giudiziaria. Per una miglior solenne celebrazione del culto Divino e quale custodia dei Libri e delle Tavole della Legge, M..è fece innalzare nel deserto una Tenda, o Tabernacolo che, per ordine speciale di D. era orientata da E. a O., poiché M..è fece ogni cosa secondo un modello mostratogli dal Signore sul monte Sinai. Questa Tenda, o Tabernacolo, si dimostrò in seguito essere la pianta originaria, nella diversa condizione, di quel magnifico Tempio eretto a Gerusalemme da quel saggio e potente Principe, R. S., e il cui regale fasto e incomparabile splendore superano ogni nostra immaginazione. Questa è la terza, ultima e grande ragione che io, come L. M., attribuisco al perché tutti i luoghi del culto Divino, come pure le L. regolari, ben formate e costituite dei M., sono, o dovrebbero essere così disposte.

D: Cos'è che sorregge una L. di L. M.?

R: Tre grandi Cln.

D: I loro nomi?

R: Sp., Fz. e Blz.

D: Perché Sp., Fz. e Blz.?

R: Sp. per progettare, Fz. per sostenere e Blz. per adornare.

D: Moralizzatele.

R: La Sp. per guidarci in tutte le nostre imprese, la Fz. per sostenerci in tutte le nostre difficoltà, la Blz. per adornare l'uomo interiore.

D: Illustratele.

R: L'Universo è il tempio della Divinità che noi serviamo. Sp., Fz. e Blz. stanno intorno al suo trono, come colonne delle Sue Opere, poiché la sua Sp. è infinita, la Sua Fz. onnipossente, e la Blz. splende attraverso l'intera creazione in simmetria e ordine. Egli ha disteso il cl. come una volta celeste; ha posto la tr. per sgabello; ha coronato il Suo Tempio di Stelle, come diadema e con la Sua Mano estende la potenza e la gloria. Il Sl. e la Ln. sono messaggeri del Suo volere e tutta la Sua legge è armonia. Le tre grandi cln. che sostengono una L. di L. M. sono emblematiche di quei Divini attributi e inoltre rappresentano S. R. d'I., H. R. di T., e H. A.

D: Perché quei tre grandi personaggi?

R: S. R. d'I., per la sua sp. nel costruire, completare e dedicare il T. di G. al servizio di D. H. R. di T., per la fz. nel sostenerlo con uomini e materiali. H. A., per la sua singolare e magistrale abilità nell'abbellirlo e adornarlo.

D: Poiché non abbiamo nobili Ordini di Architettura denominati Sp., Fz. e Blz., queste a quali si rapportano?

R: Ai tre più celebrati, che sono lo Ionico, il Dorico e il Corinzio.

D: Indicate la copertura di una L. di L. M.?

R: Una Volta Celeste, di vari colori, alta quanto i Cl.

D: Come M., come speriamo di arrivare fin lassù?

R: Con l'aiuto di una scala, nelle Scritture chiamata Scala di Giacobbe.

D: Perché fu chiamata Scala di Giacobbe?

R: Rebecca, l'amata consorte di Isacco, sapendo per ispirazione Divina che l'anima di suo marito aveva una particolare benedizione, era ansiosa di otte­nerla per il suo prediletto figlio Giacobbe benché, per diritto di primogenitura, spettasse al suo primogenito Esaù. Giacobbe era appena riuscito a ottenere, in maniera fraudolenta, la benedizione paterna, che fu costretto a fuggire dalla collera del fratello, che in un momento d'ira e di delusione aveva minacciato di ucciderlo. Mentre viaggiava verso Padan Aram, nella pianura Mesopotamica, dove doveva andare, per rigoroso ordine dei suoi genitori, stanco e avvolto dalle tenebre in una pianura deserta, si sdraiò per riposare avendo la terra per letto, una pietra per cuscino e la volta celeste per coperta. E lì, in una visione, vide una scala la cui cima raggiungeva il Cl. e gli Angeli del Signore che la scendevano e salivano. Fu allora che l'Altissimo strinse con Giacobbe un patto solenne: se egli avesse tenuto fede alle Sue leggi e osservato i Suoi comandamenti, Egli non solo lo avrebbe ricondotto alla casa di suo padre in pace e in prosperità, ma avrebbe fatto discendere dal suo seme un popolo grande e possente. Ciò si verificò pienamente, poiché dopo un'assenza di venti anni, Giacobbe tornò alla sua terra nativa e fu accolto affettuosamente da suo fratello Esaù. In seguito Giuseppe, suo figlio favorito, venne costituito, su nomina del Faraone, secondo uomo d'Egitto e i figli d'Israele, largamente favoriti dal Signore, divennero col tempo una delle più grandi e possenti Nazioni sulla faccia della terra.

D: Da quanti pioli era composta questa Scala?

R: Da molti pioli, che indicano altrettante virtù morali, specialmente le tre principali: F., S. e C.

D: Perché F., S. e C.?

R: F. nel G. A. dell'U., S. nella Salvezza e C. verso tutti gli uomini.

D: Vi sarei grato se vorrete illustrarmi la F.

R: E' il fondamento della Giustizia, il legame dell'amicizia e il principale sostegno della società civile. Noi viviamo e camminiamo per la F.: è per essa che abbiamo una continua consapevolezza dell'Essere Supremo. Per F. otteniamo l'accesso al trono della grazia, siamo giustificati, accettati e infine ricevuti. Una F. vera e sincera è la prova delle cose invisibili e la sostanza di quelle sperate. Questa virtù, ben coltivata e corrisposta nella nostra professione M.a, ci condurrà a quella dimora benedetta, dove saremo felici, in eterno, uniti a D., (Sn. di Riv.), il G. A. D. U. (abbassa il sn.).

D: La S.

R: E' un'ancora solida e sicura dell'anima e penetra in ciò che è velato. Allora lasciamo che una salda fiducia nella lealtà dell'Onnipotente animi i nostri sforzi e ci insegni a fissare i nostri desideri entro i limiti delle Sue più benedette promesse. E' così che ci attenderà il successo: se crediamo che una cosa sia impossibile, la nostra disperazione può renderla tale, ma chi persevera in una giusta causa, alla fine supererà tutte le difficoltà.

D: La C.

R: Bellissima di per sé, è il più splendido ornamento che possa adornare la nostra professione M.a. E' l'esame migliore e la prova più sicura della sincerità della nostra religione. La Benevolenza, conseguente alla C., figlia del Cl., è un onore per la nazione in cui si manifesta, viene alimentata e fatta prosperare. Felice colui che ha seminato nel proprio cuore i semi della benevolenza! Egli non invidia il proprio vicino, non crede a una voce riportata a suo sfavore, perdona le ingiurie degli uomini e si sforza di cancel­larle dalla propria memoria. Dunque, Fratelli, ricordiamoci che siamo L. e A. M., sempre pronti ad ascoltare chi invoca il nostro aiuto e non rifiutiamo di stendere una mano generosa a colui che si trova nel bisogno. Così un'intima soddisfazione ricompenserà le nostre fatiche, e i frutti dell'amore e della C. seguiranno sicuramente.

D: Su cosa poggia quella Scala, in una L. di L. M.?

R: Sul V. d. L. S.

D: Perché poggia su di esso?

R: Perché le dottrine contenute in quel S. L. ci insegnano a credere nei doni della Divina Provvidenza; questa credenza rinforza la nostra F. e ci permette di salire il primo scalino. Questa F. crea naturalmente in noi una S. di poter partecipare alle benedette promesse lì documentate, la quale Sp. ci consente di salire il secondo scalino. Ma la terza e ultima, la C., comprende il tutto e il M. che è posseduto da questa virtù, nel suo senso più ampio, può giustamente essere ritenuto di aver raggiunto la vetta della sua professione M.a: in senso figurato una dimora eterea, velata agli occhi mortali dal manto stellato del firmamento, emblematicamente raffigurato nelle nostre L. da s...e s....e, che alludono ad altrettanti M. regolarmente costituiti, senza il cui numero nessuna L. è perfetta, né può legalmente iniziare alcun Cand. nell'ordine.

Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la quarta sezione della prima lezione.

La RACCOMANDAZIONE è:

Possa ciascun M. raggiungere il vertice della sua professione, dove il giusto sicuramente troverà la sua debita ricompensa.

M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)

La Quinta Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la quinta sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V.. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Da cosa è composto l'interno di una L. di L. M.?

R: Da Ornamenti, Arredi e Gioielli.

D: Indicate gli Ornamenti?

R: Il Pavimento a Mosaico, la Stella Risplendente, il Bordo Dentellato o Tas­sellato.

D: Dove sono situati?

R: Il Pavimento a Mosaico è il magnifico pavimento della L., la Stella Risplendente è la gloria al suo centro, e il Bordo Dentellato o Tassellato è l'orlo che lo circonda.

D: Vogliate illustrarne il senso morale.

R: II Pavimento a Mosaico può essere giustamente ritenuto il magnifico pavimento di una L., poiché è variegato e a scacchi. Questo indica la varietà degli oggetti che decorano e ornano la creazione, le sue parti animate come pure quelle inanimate. La Stella Risplendente, o gloria al suo centro, ci riporta al Sl., che illumina la tr. e con la sua benefica influenza, dispensa le sue benedizioni all'umanità in generale. II Bordo Dentellato o Tassellato allude ai Pianeti che, nelle loro varie rivoluzioni formano uno splendido bordo, od orlo, intorno a quel grande astro, il Sl. e altrettanto lo forma intorno a una L. di L. M.

D: Per quale ragione il Mosaico fu introdotto nella L. M.a?

R: I passi dell'uomo seguono i vari ed incerti casi della vita e i suoi giorni sono variegati e screziati da una strana contrarietà di eventi. Il suo passaggio attraverso questa esistenza, benché talvolta allietato da circostanze favorevoli, spesso è tormentato da un gran numero di sventure. Per questo la nostra L. è dotata di un'opera a Mosaico: per indicare l'incertezza di tutte le cose, qui sulla tr. Oggi possiamo camminare nella prosperità, domani possiamo vacillare negli aspri sentieri della debolezza, della tentazione e dell'avversità. Allora, finché tali simboli ci sono di fronte, noi siamo moral­mente istruiti a non insuperbirci di nulla, ma a fare attenzione alla nostra strada, a camminare rettamente e con umiltà di fronte a D., rammentando che sulla tr. non esiste luogo dove la superbia possa attecchire stabil­mente. Perché anche se qualcuno è nato in posizione più elevata di altri, tuttavia nella tomba siamo tutti allo stesso livello, poiché la morte distrugge tutte le distinzioni. Quando i nostri piedi camminano sul pavimento a mosaico, lasciamo che la nostra mente ritorni al modello originale da cui ci ispiriamo. Agiamo dunque quali uomini buoni e M., come i dettami della ragione ci suggeriscono, di praticare la carità, preservare l'armonia e sforzarci di vivere in unità e amore fraterno.

D: Indicate gli Arredi di una L.

R: Il V. d. L. S., il Cs. e la Sq.

D: II loro impiego?

R: Le S. S. servono per regolare e governare la nostra fede, su di esse noi impegniamo i nostri candidati alla L. M.a. Parimenti il Cs. e la Sq., considerati congiuntamente, regolano la nostra vita e le nostre azioni.

D: Da chi provengono le prime e a chi appartengono più propriamente gli altri due?

R: Il L. S. proviene da D., per l'uomo in generale. II Cs. appartiene in particolare al G. M., la Sq. all'A..e nel suo insieme.

D: Perché il L. S. da D. all'uomo in generale?

R: Poiché l'Onnipotente si è compiaciuto di rivelare il Suo volere Divino più in quel L. S. che attraverso qualsiasi altro mezzo.

D: Perché il Cs. al G. M. in particolare?

R: Poiché quello è il principale strumento adoperato per tracciare progetti e disegni in architettura. Esso è particolarmente appropriato per il G. M., quale emblema della sua dignità, poiché egli è il Primo, il Capo e il Governatore dell’Arte.

D: Perché la Sq. all'A..e nel suo insieme?

R: Nell'A..e ci si impegna sulla Sq. e i suoi membri sono quindi vincolati ad agire entro i suoi limiti.

D: Prima che i nostri antichi fratelli avessero il beneficio di riunirsi in L. regolari, ben formate e costituite come le odierne, dove si riunivano?

R: Su alte colline, o in basse valli, addirittura nella valle di Josaphat e in molti altri luoghi nascosti.

D: Perché così in alto, o in basso e tanto nascosto?

R: Per meglio osservare chiunque potesse salire o scendere, così che se si fosse avvicinato uno sconosciuto il T...e avrebbe avuto il tempo per avvisare il Maestro di salutare i Fratelli, chiudere la L. e metter via i Gioielli, impedendo così che nessuno dei nostri m….ri della M.a venisse illegal­mente rivelato.

D: Voi parlate di Gioielli e sembrate averne cura: quanti ve ne sono nella L.?

R: Tre Mobili e tre Immobili.

D: Precisate i gioielli Mobili.

R: La Sq., la Lv. e il F. a P.

D: Il loro impiego?

R: La Sq. serve per regolare gli angoli retti delle costruzioni e aiuta per trasformare la materia grezza nella forma dovuta. La Lv. per verificare le superfici orizzontali. Il F. a P. per rettificare i piani verticali rispetto alle loro basi.

D: Da questo sembrerebbe che essi siano dei meri attrezzi meccanici. Perché li chiamate Gioielli?

R: Per il loro significato morale, che li rende Gioielli di inestimabile valore.

D: Vi sarò grato se vorrete moralizzali.

R: La Sq. ci insegna a regolare le nostre vite e le nostre azioni, seguendo la linea e la regola della M.a e a rendere armoniosa la nostra condotta in questa vita, così da renderci accettabili da quel Divino Essere dal quale scaturisce ogni bontà e al quale dobbiamo render conto di tutte le nostre azioni. La Lv. ci rammenta che siamo stati tutti generati da un ceppo comune, condividiamo la stessa natura e le stesse speranze. Benché siano necessarie delle distinzioni tra gli uomini per poter mantenere la subordinazione, tuttavia nessuna preminenza di stato deve farci dimenticare che siamo Fratelli; poiché colui che è nel punto più basso della ruota della fortuna merita in eguale misura la nostra considerazione. Verrà il tempo - e neppure i più saggi di noi sanno quando - in cui cesseranno tutte le distinzioni, salvo quelle della bontà e della virtù e la M..te, la grande livellatrice di ogni grandezza umana, ci ridurrà al medesimo stato. L'infallibile F. a P. che, come la scala di Giacobbe, unisce il Cielo alla Terra, è il criterio della rettitudine e della verità. Ci insegna a camminare bene e rettamente davanti a D. e all'uomo, senza deviare, né a destra né a sinistra, dal sentiero della virtù. A non essere un fanatico, un persecutore, un calun­niatore o uno spregiatore della religione, a non essere incline all'avarizia, all'ingiustizia, alla cattiveria, alla vendetta, né all'invidia o al disprezzo verso il genere umano, ma a rinunciare ad ogni propensione egoistica che possa portare offesa ad altri. Governare la nave di questa vita sul mare delle passioni, senza abbandonare il timone della rettitudine, è la più alta perfezione che la natura umana possa raggiungere. Come il costruttore innalza la sua colonna usando la Ll. e il Ppl., così anche ogni M. dovrebbe comportarsi nei confronti di questo mondo: osservare una giusta via tra avarizia e prodigalità; tenere la bilancia della giustizia in perfetto equilibrio, far coincidere le sue passioni e pregiudizi con la giusta linea della sua condotta, e tener presente l'Eternità in tutte le sue attività. Così la Sq. ci insegna la moralità, la Lv. l'eguaglianza, il F. a P. la giustizia e la rettitudine nella vita e nelle azioni.

D: Perchè sono chiamati Gioielli Mobili?

R: Perché sono indossati dal M. V. e dai suoi Sorv. e sono trasferibili ai loro successori, nelle serate di Installazione.

D: Da cosa è contraddistinto il M. V.?

R: Dalla Sq., e per quale ragione, M. V.? (saluta col sn. del 1° Gr.)

M. V.: (rivolgendosi al Fr. e sollevando la Sq. con la mn. sin.): Come con l'aiuto della Sq. la materia grezza è condotta alla forma regolare, così con la retta condotta del M. V. vengono placati i contrasti, ne dovessero disgraziatamente sorgere tra i Fratelli, affinché i lavori della M.a possano essere condotti in armonia e decoro.

D: Fr. 1° S., perché siete contraddistinto dalla Lv.?

R: (I1 1° S., tenendo la Lv. nella mn. sin., si alza e dà il sn. del 1° Gr.) Poiché questo è un simbolo di eguaglianza, sta a indicare lo spirito di giustizia che sono tenuto a praticare insieme a voi, M. V. (traccia il sn.), per il buon governo della L.

D: Fr. 2° S., perché siete contraddistinto dal F. a P.?

R: (Il 2° S., tenendo il F. a P. nella mn. sin., si alza e dà il sn. del 1° Gr.) Poiché questo è un simbolo della rettitudine, indica la linearità con la quale sono tenuto ad agire, insieme a voi M. V. (traccia il sn.), ed al mio Fr. 1° S. (lo saluta col sn. del 1° Gr.), per il buon governo della L., in particolare nell'esaminare i visitatori, affinché non accada mai che, per mia negligenza, persone non debitamente qualificate possano venire ammesse alle nostre riunioni e i Fratelli, seppure innocentemente, trasgrediscano il loro Imp.

D: Dite i nomi dei Gioielli immobili?

R: La T. di Tr., la Pietra Grezza e la Pietra Perfetta.

D: Il loro impiego?

R: La T. di Tr. serve al M. V. per tracciarvi linee e disegni; la Pietra Grezza serve all'A. A. perché la lavori, la marchi e la incida; la Pietra Perfetta serve all'artigiano esperto per provarvi e aggiustarvi i propri Gioielli.

D: Perché questi sono chiamati Gioielli Immobili?

R: Perché si trovano esposti ed inamovibili nella L., affinché i Fratelli possano moralizzarvi.

D: C'è un raffronto molto bello tra i Gioielli immobili e l'Arredo di L.: volete illustrarmelo?

R: Come la T. di Tr. serve al M. V. per tracciare linee e disegni, per meglio mettere i Fratelli in grado di realizzare con regolarità e correttezza le costruzioni progettate, così il V. d. L. S. si può giustamente ritenere la T. di Tr. spirituale del G. A. dell'U., sulla quale sono riportate quelle leggi Divine e quei piani morali che, se li conoscessimo e li mettessimo bene in pratica, ci condurrebbero a una dimora eterea, non edificata da mano umana, eterna nei Cieli. La Pietra Grezza è un sasso rozzo e non levigato, così come esce dalla cava, prima che il lavoro e l'ingegno dell'operaio, modellandolo e riducendolo nella giusta forma, lo renda adatto all'edificio da costruire. Essa rappresenta l'uomo nel suo stato infantile, o primitivo: rozzo e non levigato come quella pietra, fino a che, grazie alle cure e all'attenzione dei suoi genitori, o tutori, nel dargli un'educazione liberale e virtuosa, il suo animo non si sviluppa, rendendolo così degno membro di una società civile. La Pietra Perfetta è una pietra accuratamente e perfettamente squadrata, pronta solo ad essere verificata dalla Sq. e dal Cs. Essa rappresenta l'uomo nel declino degli anni, dopo una vita ben spesa in atti di pietà e di virtù, che non può essere altrimenti messo alla prova e approvato, se non dalla Sq. della parola di D. e dal Cs. della propria coscienza.

D: La L. così completata, arredata e decorata, a chi la dedichiamo, in generale?

R: A D., e al Suo servizio.

D: E poi a chi altri?

R: Al R. S.

D: Perché al R. S.?

R: Egli è stato il primo Principe ad eccellere nella M.a e sotto il suo patronato molti dei nostri m….ri m.i hanno ottenuto la loro prima approvazione.

Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la quinta sezione della prima lezione.

La RACCOMANDAZIONE è:

I Grandi Patrocinatori della M.a del passato.

M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)

La Sesta Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la sesta sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V.. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Indicate il primo pt. nella L. M.a?

R: Gn. sin. nd. e pd. ds. clz. in una ptf.

D: Perché è chiamato il primo pt.?

R: Perché mi è stato insegnato ad adorare il mio Creatore sulle mie g...a p..e e fui iniziato nella M.a sul mio gn. sin. nd. e col pd. ds. clz. in una ptf.

D: C'è un pt. principale?

R: Essere noi stessi lieti e comunicare letizia agli altri.

D: Un pt. fondamentale?

R: Un pt. all'interno di un cerchio.

D: Definite quel pt.

R: In tutte le Logge regolari, ben formate e costituite vi è un pt. all'interno di un cerchio, attorno al quale i Fratelli non possono errare. Questo cerchio è delimitato tra N. e S. da due grandi linee parallele: una rappresenta M..è, l'altra R. S. Sulla parte superiore di questo cerchio poggia il V. d. L. S., che sorregge la Scala di Giacobbe, la cui cima raggiunge i Cl. Se noi fossimo esperti conoscitori di quel S. V. e aderenti alle dottrine in esso contenute, così come lo sono quelle due parallele, ciò ci condurrebbe al cospetto di Colui che mai ci ingannerà, né mai potrà essere ingannato. Nel camminare attorno a questo cerchio dobbiamo necessariamente toccare entrambe queste linee parallele, così come il L. S. Finché un M. si mantiene così circoscritto, egli non può errare.

D: Indicatemi i grandi principi sui quali è fondato l'Ordine.

R: Amore Fraterno, Conforto e Verità.

D: Vogliate definire l'Amore Fraterno.

R: Con l'esercizio dell'Amore Fraterno, ci viene insegnato a considerare tutta la specie umana come una sola famiglia: i potenti e i miseri, i ricchi e i poveri: tutti creati da un solo Essere Onnipotente e inviati su questo mondo per aiutarsi, sostenersi e proteggersi l'uno l'altro. Su questo principio la M.a unisce uomini di ogni paese, credo e opinione e con i suoi dettami favorisce la vera amicizia fra coloro che altrimenti sarebbero potuti rimanere ad una perpetua distanza tra loro.

D: Il Conforto.

R: Portare sollievo agli afflitti è un dovere che incombe su tutti gli uomini, specie sui M., i quali sono legati tra loro in una indissolubile catena di sincero affetto. Dunque, confortare gli infelici, compatire le loro sfortune, aver pietà delle loro miserie, ridar pace ai loro spiriti turbati è il grande scopo che noi perseguiamo. Su questa base noi stabiliamo la nostra amicizia e fondiamo le nostre relazioni.

D: La Verità.

R: E' un attributo Divino e il fondamento di ogni virtù M.a. L'essere uomini buoni e veritieri è una lezione che ci viene impartita alla nostra Inizia­zione. Su questo grande tema contempliamo la nostra vita e le nostre azioni, che tentiamo di regolare con i suoi infallibili dettami. Perciò l'ipocrisia e l'inganno ci sono o dovrebbero esserci ignote, la sincerità e l'agire palese sono le nostre caratteristiche distintive, mentre il cuore e la lingua si uniscono nel favorire il reciproco benessere e nel rallegrarsi della prosperità dell'A..e.

D: Quante forme originali abbiamo nella L. M.a?

R: Quattro, ossia: G..t..e, P..t..e, M...e e P....e.

D: Vi sarò grato se vorrete mostrarmi in modo M.o a quali parti del corpo esse alludono.

R: La G..t..e alla g..a (Sn. del 1° Gr.): essa accenna alla pena simbolica, una volta contenuta nel mio Imp., implicante che, come uomo d’onore un M. avrebbe preferito avere la sua g. t. d. t. piuttosto che svelare impropriamente i M…i a lui confidati (traccia il Sn.). La P..t..e al p..o (pone la mn. ds. sul po. sin.), dove tutto ciò è posto al sicuro e protetto dalla gente popolare che non sono M. (abbassa la mn.). M...e (stende la mn. ds. in avanti, palma in giù), la mn. posta sul V. d. L. S., come segno del mio assenso all'imp. di un M. (abbassa la mn.). P....e (pone i pd. a forma di sq.), i pd. posti in forma di Sq. nella parte N. E. della L., per denotare un giusto e retto M.

D: Esse contengono un'ulteriore allusione.

R: Alle quattro virtù cardinali, ossia: Temperanza, Fortezza, Prudenza e Giustizia.

D: Vi sarò grato se vorrete definirmi la Temperanza.

R: E' quel giusto freno alle passioni e ai desideri, che rende il corpo docile e governabile, e soccorre la mente contro gli allettamenti del vizio. Questa virtù dovrebbe essere la pratica costante di ogni M., poiché da essa è istruito ad evitare gli eccessi o contrarre abitudini viziose o licenziose, affinché non possa venire indotto a tradire, imprudentemente, la fiducia in lui riposta e ad essere lui stesso soggetto alla pena contenuta nel suo Imp. (sn. del 1° Gr.), che allude al g..t..e (abbassa il sn.).

D: La Fortezza.

R: Essa è quel nobile e costante sostegno dell'anima, equidistante dalla codardia e dalla temerarietà; essa ci mette in grado di sopportare ogni pena, lavoro, pericolo o difficoltà, quando è ritenuto necessario o prudenzialmente utile. Questa virtù, come la precedente, dovrebbe essere impressa profondamente nel cuore di ogni M., come una barriera e una protezione contro ogni attentato che possa essere fatto, sia con le minacce sia con la violenza, per estorcergli qualcuna di quelle conoscenze della M.a che tanto solennemente si è impegnato a c..e, nascondere e mai rivelare impropriamente; la loro illegale rivelazione potrebbe tormentare il suo animo, come quello provocato simbolicamente dal Cs. puntato sulla parte sin. del suo po. n., al momento della sua Iniziazione (pone la mn. ds. sulla p. sin. del po.), alludendo al P...e (abbassa la mn.).

D: La Prudenza.

R: Ci insegna a regolare la nostre vite e azioni secondo i dettami della ragione, ed è quell'atteggiamento mentale con cui gli uomini giudicano saggiamente e decidono prudentemente tutto ciò che riguarda la loro gioia terrena ed eterna. Questa virtù dovrebbe essere la caratteristica distintiva di ogni L. e A. M., non solo per la buona regolamentazione della sua vita e delle sue azioni, ma anche quale devoto esempio al mondo volgare. Essa dovrebbe essere ben applicata, nelle comitive di estranei o in quelle miste, affinché non gli accada di lasciarsi sfuggire il benché minimo Sn., Tc. o Pr., con cui si possa illegittimamente giungere a qualche nostro m….ro della M.a, rammentandosi sempre il momento nel quale fu posto a E., davanti al M. V., col gn. sin. nd. e il pd. ds. clz. in una ptf., col pd. sin. a forma di sq., il corpo eretto nella sq., la mn. ds. sul V. d. L. S. (distende la mn. ds. come per porvela sopra) alludendo alla forma M....e (abbassa la mn).

D: La Giustizia.

R: E' quel limite o confine del diritto, che ci insegna a dare a ciascuno quanto giustamente gli spetta, senza alcuna distinzione. Non solo questa virtù è coerente con la Legge divina e quella umana, ma rappresenta la norma e il cemento della società civile. Senza l'esercizio di questa virtù, nascerebbe una confusione universale, una forza senza legge sopraffarebbe i principi dell'equità e la convivenza civile non potrebbe sopravvivere a lungo. Come la Giustizia costituisce, in gran misura, l'uomo veramente autentico, così dovrebbe essere pratica costante di ogni L. ed A. M. di non deviare mai dai suoi più minuziosi principi, ricordando sempre il momento quando è stato collocato nel punto a N. E. della L., i pd. a forma di Sq. (esegue), il corpo eretto e ha ricevuto dal M. V. quell'ottima ingiunzione ad essere, cioè, giusto e retto in tutte le cose, alludendo al P....e.

Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la sesta sezione della prima lezione.

La RACCOMANDAZIONE è:

Che l'Amore Fraterno, il Conforto e la Verità, assieme alla Temperanza, alla Giustizia, alla Fortezza e alla Prudenza, possano, sino alla fine dei tempi, distinguere i L. e A. M.

M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)

La Settima Sezione della Prima Lezione

M. V.: Fr. ………… volete assistermi a svolgere la settima sezione della prima lezione?

Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è aperta)

D: Quante specie di M. ci sono?

R: Due: i L. e A. e gli Operativi.

D: A quale di queste appartenete?

R: Ai L. e A.

D: Come L. e A. M., cosa avete appreso?

R: La Discrezione, la Moralità e la Buona Fratellanza.

D: Cosa imparavano i M. Operativi?

R: Le utili leggi dell'Architettura; a tagliare, squadrare e modellare le pietre nelle forme richieste dagli scopi della costruzione; ad unirle per mezzo di giunture - orizzontali, perpendicolari o altre - e con l'aiuto di cemento, ferro, piombo e rame. Queste varie operazioni richiedevano molta destrezza pratica e alcune conoscenze di geometria e di meccanica.

D: E cosa imparavano, con l'essere di entrambe le specie e frequentando varie L.?

R: Ad agire sulla Sq., ad osservare un corretto comportamento in L., a portare il dovuto e appropriato rispetto al M. V. (saluta col sn. del 1° Gr.) e ai suoi Ufficiali in seggio (saluta il 1° S. e il 2° S. con il sn. del 1° Gr.), ad astenersi da ogni discussione politica e religiosa, che potrebbe dare origine a discordie tra i Fratelli e prima o poi portare uno scandalo sull'Ordine.

D: In quale Gr. della L. M.a siete stato iniziato?

R: In quello di un A. A.

D: Per quanto tempo un A. A. deve servire il proprio M.?

R: II tempo stabilito è di sette anni, ma basta anche meno se viene riconosciuto qualificato per la promozione.

D: Come dobbiamo servirlo?

R: Con Libertà, Ardore e Zelo.

D: Qualità eccellenti, quali sono i loro emblemi?

R: Il Gesso, il Carbone e la Creta.

D: Perché?

R: Nulla è più libero del Gesso: il tocco più leggero lascia una traccia. Nulla è più ardente del Carbone perché, quando ben acceso, nessun metallo può resistere alla sua forza. Nulla è più zelante della Creta, la nostra madre Terra, continuamente al lavoro per il nostro benessere: veniamo da essa e là dobbiamo tutti tornare.

D: Se voleste dare a vostro figlio un appellativo M.o, come lo chiame­reste?

R: U……a.

D: Cosa denota U……a?

R: Fz.

D: Come è raffigurata nelle nostre Logge?

R: Da certi pezzi di metallo, incastrati a coda di rondine in una pietra, forman­do così una morsa che, usata congiuntamente ad alcuni dispositivi meccanici, quale un sistema di paranchi, permette al M. Operativo di innalzare, con poca fatica, dei grandi pesi fino ad una certa altezza e fissarli sulle loro basi.

D: Quali sono i doveri di un U……a, figlio di un M., verso i suoi genitori divenuti anziani?

R: Di portare il calore e sopportare il fardello giornaliero dal quale, per la loro età, dovrebbero essere esentati; di assisterli nel momento del bisogno, rendendo così felice e confortevole la fine dei loro giorni.

D: Il suo privilegio, per un simile comportamento?

R: Quello di essere costituito M. prima di ogni altra persona, per quan­to importante.

D: Perché siamo chiamati L. M.?

R: Perché siamo l. per e l. da.

D: Cosa significa l. per e l. da?

R: L. per la buona fratellanza e dovremmo essere l. dal vizio.

D: Se un L. M. così descritto dovesse smarrirsi, dove vi aspettate di trovarlo?

R: Tra la Sq. ed il Cs.

D: Perché lì?

R: Perché agendo sulla prima, sarebbe certo di essere ritrovato entro il secondo.

D: Come abbigliereste il vostro M. V.?

R: Con l'insegna distintiva di un M.

D: Come fate a riconoscere un M. di giorno?

R: Guardandolo ed osservando il sn.

D: E di notte?

R: Ricevendo il Tc. e udendo la Pr.

D: Come soffia il vento, nella L. M.a?

R: Favorevolmente, verso E. o verso O.

D: Per quale ragione?

R: Per rinfrescare e alleviare gli uomini al lavoro.

D: Ha un'altra allusione.

R: A quel vento miracoloso, che si dimostrò così essenziale nel realizzare la felice liberazione dei figli di Israele dalla loro schiavitù egiziana.

D: Perché nella L. M.a il vento è giudicato favorevole in quei due soli particolari punti della bussola?

R: Quando il G. A. D. U. ritenne opportuno liberare il Suo popolo eletto dalla sua schiavitù egiziana Egli comandò al suo fedele servitore M..è di condurlo verso la terra di Canaan, che aveva promesso di dargli in eredità. Questi lo condusse quindi, attraverso il deserto, fino ai confini dell'Egitto, dove si accampò per la notte sulle rive del Mar Rosso. Il Faraone, rimpiangendo la perdita di tanti utili schiavi, radunò una possente armata di cavalieri, fanti e carri, per riportarli alla loro primitiva schiavitù, non dubitando del successo, poiché sapeva che gli Israeliti erano disarmati e indisciplinati e che il loro viaggio era rallentato dal bestiame e dai bagagli. Gli Israeliti, nel vedere davanti a sé il Mar Rosso, montagne invalicabili a destra e a sinistra e l'armata egiziana che avanzava rapidamente alle loro spalle, mormoravano contro il loro capo dicendo: "Perché ci hai condotto nel deserto a morire? Non c'era abbastanza terra in Egitto per seppellirci?". Ma M..è parlò loro confortandoli e incitandoli a rallegrarsi, perché in quel giorno essi avrebbero sperimentato la salvezza del Signore. Quindi, dopo una fervida preghiera presso il Trono della Grazia, M..è stese il suo bastone sacro sul Mar Rosso, il che provocò un forte vento orientale, che divise le acque, le quali s'innalzarono su ciascun lato diritte come muraglie, consentendo agli Israeliti di passare sul terreno asciutto. Il Faraone, vedendo ciò, li inseguì senza esitazione e già considerava i fuggitivi in suo potere quando l'Onnipotente, per punire la sua presunzione, inviò una miracolosa colonna di fuoco e di nubi, la quale ebbe due meravigliosi effetti: il fuoco illuminò gli Israeliti, facili­tando loro il cammino, mentre le nubi oscurarono il cammino al faraone e ai suoi seguaci, ritardandone la marcia. L'Onnipotente inviò ancora un altro ostacolo contro il nemico: un angelo che colpiva le ruote dei loro carri, facen­doli rallentare, così che gli Egiziani e i figli d'Israele non entrarono in contatto. All'alba il Faraone percependo che la mano del Signore operava gravemente contro di lui, ordinò alle sue truppe di interrompere l'inseguimento e di ritornare da dove erano venuti. Ma ormai era troppo tardi, perché i figli d'Israele avevano già raggiunto la riva opposta. A quel punto furono invitati da M..è a guardare il nemico così a lungo temuto, perché da quel momento non lo avrebbero mai più visto. Egli stese di nuovo il suo bastone sacro sulle acque, spezzando quelle invisibili catene che le trattenevano, precipitando nel loro primitivo letto e travolgendo il Faraone e tutto il suo esercito. In ricordo di questa felice liberazione, i figli d'Israele camminarono per molti giorni nel deserto, cantando salmi e lodando il loro Onnipotente Liberatore. Dal quel tempo, il vento che spira verso E. o O. è considerato favorevole alla L. M.a.

D: Quali sono le caratteristiche distintive di un buon L. M.?

R: Virtù, Onore e Misericordia (Sn. di Riv.), e possano sempre trovarsi nel cuore di un L. M. (traccia il sn.).

D: Vogliate definire la Virtù.

R: Leggendo la storia dell'antica Roma, apprendiamo che il console Marcello intendeva erigere un tempio da dedicare alla Virtù e all'Onore. Non potendo realizzare immediatamente il progetto, in seguito modificò i propri piani ed eresse invece due templi contigui e situati in modo che l'unica strada per

accedere al tempio dell'Onore attraversava quello della Virtù, lasciando così alla posterità uno squisito insegnamento morale: che la Virtù è l'unica via diretta per l'Onore. La Virtù è il più elevato esercizio e miglioramento della ragione; l'integrità, l'armonia ed il giusto equilibrio dell'affetto; la salute, la forza e la bellezza dell'anima. La perfezione della Virtù consiste nel dare alla ragione il suo scopo pieno, nell'obbedire sollecitamente all'autorità della coscienza, nell'esercitare le nostre doti difensive con fortezza, le nostre qualità pubbliche con giustizia, quelle private con temperanza e tutte con prudenza, ossia ognuna nel dovuto equilibrio con le altre, con un beneficio sereno e diffusivo, per amare e adorare D. con ineguagliato e disinteressato affetto, acconsentendo con serena rassegnazione a quanto ci dispensa la Divina provvidenza. Ogni progresso verso questo modello è un passo verso la perfezione e la felicità, mentre qualunque deviazione da esso è un passo verso il vizio e la miseria.

D: L'Onore.

R: Si può giustamente definire l'essenza e lo zelo estremo della virtù, il vero fondamento della fiducia e stima reciproca, il rapporto genuino con cui le questioni della vita sono trattate con sicurezza e piacere. Esso implica i sentimenti congiunti della Verità, della Virtù e della Giustizia, esercitati da una mente generosa, capace di elevarsi aldilà dei meri obblighi morali richiesti dalle leggi, o le cui violazioni queste possono punire. Il vero Onore, benché principio diverso dalla Religione, è quello che produce gli stessi effetti. Le linee di azione, sebbene partano da posizioni differenti, terminano nel medesimo punto. La Religione abbraccia la Virtù in quanto prescritta dalle leggi di D., l'Onore in quanto essa aggrazia e orna la natura umana. L'uomo religioso teme, l'uomo d'onore disprezza il compimento di una cattiva azione; il primo considera il vizio come qualcosa che offende l'Essere Divino, il secondo come qualcosa di inferiore. Un vero uomo d'onore non si accontenta di adempiere alla lettera i suoi doveri di uomo e cittadino ma li eleva e li nobilita alla magnanimità: egli dona quando potrebbe correttamente rifiutare, egli perdona quando potrebbe giustamente risentirsi. Tutta la sua condotta è guidata dai più elevati sentimenti del suo cuore puro, una vera rettitudine morale è la regola costante delle sue azioni e una giusta lode e approvazione sono la sua adeguata ricompensa.

D: La Misericordia.

R: E' una virtù di perfezione e quando è posseduta dal sovrano, aggiunge splendore a ogni gemma della sua corona; se è posseduta dal guerriero mantiene sempre fresca la ghirlanda che ombreggia la sua fronte. Essa è la compagna del vero onore; è colei che rende migliore la giustizia, sul cui seggio, quando insediatavi, interpone uno scudo in difesa della vittima, impe­netrabile dalla spada. Come la pioggia di primavera penetra nel profondo della terra, ravviva e rinvigorisce la vita del mondo vegetale, così la Miseri­cordia, agendo sul cuore quando i fluidi vitali sono rappresi dal rancore e dal desiderio di vendetta, con il suo raggiante calore fa tornare la natura alle proprie sorgenti, lungo corsi più puri. (M. V. ; 1° S. ; 2° S. ) (TUTTI - si alzano e assumono il sn. del 1° Gr.) Essa è il particolare attributo della Divinità su cui i migliori e i più saggi tra di noi devono riporre la propria speranza e la propria fiducia, poiché nel giorno finale del giudizio, quando ci presenteremo al Suo trono e le azioni di questa vita mortale saranno svelate al suo occhio, benché la Sua giustizia possa ordinare il fiat (TUTTI: tracciano il sn. del 1° Gr. e assumono il Sn. di Riv.), noi confidiamo e speriamo che la Sua Misericordia ci vorrà evitare la condanna.

Ex M. V.: Così sia. (TUTTI: abbassano il Sn., rimanendo in piedi) Fratelli, questo conclude la settima sezione e la prima lezione.

La RACCOMANDAZIONE è:

Possano la Virtù, l'Onore e la Misericordia continuare a distinguere i L. e A. M.

M. V.: Fratelli, all'ordine! (Alla chiusura dell'ultima sezione della prima lezione viene dato ciò che viene comunemente chiamato il Fuoco nella M.a.

Nella Emulation Lodge of Improvement esso viene dato con dignitosa rapidità ed è consuetudine inserire il sn. del 1° Gr. prima dell'ultima parte di ogni gruppo di tre).