IL GOLF E LA MASSONERIA

(Tra leggenda e storia)

Innanzitutto bisogna stabilire se il golf sia un gioco o uno sport. Infatti, la prestazione atletica, intesa come fatica, richiesta nel golf non è certamente paragonabile a quella di altre discipline, ma ha una sua rilevanza e un suo peso che risiede più nella capacità di concentrazione che non in quello della potenza fisica. Forse qui risiede il fascino del golf.

La capacità di mantenere un’alta concentrazione per un tempo lungo (per completare le 18 buche ci vogliono anche diverse ore, soprattutto se sei un brocco come me), portano di conseguenza ad avere una buona tenuta fisica.

Inoltre per sparare una pallina lontano anche 300 metri ci vogliono oltre alla solita concentrazione, una buona dose di potenza fisica.

Quindi per concludere si può benissimo dire che il golf è più uno sport che un gioco, ma ha il vantaggio di poter essere vissuto come un gioco e fino ad una rispettabile età. Caratteristica che ne decreta un successo in tutto il mondo.

Ma torniamo al tema principale.

Si dice che il golf, come lo intendiamo noi oggi, sia stato salvato dai Massoni scozzesi. Nel 1603 il Re di Scozia Giacomo IV divenne Re d’Inghilterra con il nome di Giacomo I, dopo l’unione dei due regni. E il Re trasferitosi a Londra portò con sé tutta la nobiltà scozzese.

Il Sovrano giocava a golf e a corte c’era addirittura una persona che ricopriva la carica di Royal Clubmaker. In pratica era un artigiano che fabbricava tutta l’attrezzatura per il gioco per la famiglia Stuart, che sedeva sul trono.

Gli Stuart erano veramente appassionati del gioco. La più celebre delle donne Stuart, Mary, più conosciuta come Maria Stuarda perse, diciamo così, la testa ad opera della Regina d’Inghilterra Elisabetta I con la giustificazione o scusa, che Maria era così immorale da avere giocato a golf solo pochi giorni dopo la morte del marito lord Darnley.

E i Massoni che cosa c’entrano?

Dopo la partenza del Re e della sua Corte che avevano sia il denaro che il tempo libero, l’interesse popolare per il golf scese a livelli molto bassi. Oltretutto le palle da golf costavano un sacco di soldi. Addirittura ognuna poteva costare tre volte il prezzo di un bastone.

Infatti, un buon artigiano poteva farne al massimo tre al giorno: bisognava prendere tante piume d’oca o di gallina e pressarle con degli strumenti appositi dentro un sacchetto di cuoio cucito a mano.

In pratica il golf era destinato a scomparire del tutto per mancanza di giocatori che disponessero di tempo libero, ma soprattutto di denaro.

Ma ecco che in soccorso del golf, arrivarono i Massoni. Nel 1717 si fondò a Londra la Gran Loggia d’Inghilterra, che riunì in una sola obbedienza tutti i Massoni del Paese.

Peraltro, ovviamente, i Massoni esistevano già da molto tempo. Essi si erano dati il nome di “Free Masons”, cioè Liberi muratori. Il nome di “Loggia” o “Officina” deriva dal capannone eretto presso le cattedrali in costruzione, mentre tra loro si chiamavano “Brithern” Fratelli.

Tra quelle “mura”, allora come ora, si studiava come migliorare la qualità di sé stessi e con la forza del pensiero e dell’esempio quella dei profani nel rispetto delle leggi dello Stato.          

In Scozia, tra il 1600 ed il 1700 la Massoneria era molto forte e sentita. Benestanti, nobili di campagna, ingegneri, architetti e artigiani si riunivano periodicamente per discutere, nel pieno rispetto della tolleranza, di problemi morali e legislativi. Al termine della “Tornata” seguiva il banchetto.

Furono proprio i banchetti a salvare il golf.

Infatti, mentre gli abbienti giocavano accanite partite, prima delle “Tornate”, tutti gli altri seguivano il gioco. Camminavano per ore sulla riva del mare, dove l’erba era più rada e dove le pecore al pascolo ne mantenevano l’altezza voluta dai giocatori e dove, anche ammucchiandosi per ripararsi dal vento, inventarono i “bunkers”.

I gentiluomini golfisti crearono la prima Club House, dalle parti di Leith, con locali per il cambio di abiti, perché era buona norma giocare in giacca rossa. Il loro presidente era lord William St. Clair, Gran Maestro Ereditario Massone di Scozia.

Fiorendo la Massoneria, si erano creati altri gruppi stabili di giocatori riuniti dalla Loggia che, di solito, era anche la sede del Club del golf. Chi vinceva riceveva una medaglietta d’oro. Ancora oggi si parla “gara medal” anche se non tutti sanno il perché.         

Le regole del gioco: anche queste le dobbiamo ai Massoni.

I Gentiluomini Golfisti avevano la capacità e l’esperienza per fissarne le regole, ma solo i Massoni avevano l’autorità per farle osservare.

Per un secolo, diciamo dal 1750 al 1850, il golf rimase quasi completamente appannaggio dei Massoni.

Ma nel 1848 avvenne la grande svolta: venne scoperta la guttaperca, che consentiva di fabbricare le palle a macchina e ad un costo bassissimo. E via via, finchè nel 1902 dopo mille modifiche tecnologiche si arrivò alla palla di oggi.

E i Massoni Scozzesi? Giocano come sempre hanno fatto, rispettando le regole.

Qualche circolo, ancora oggi, è rimasto legato alle antiche tradizioni della Scozia Massonica, ma i “Soci” non ne fanno un grande sfoggio.

Forse perché la Massoneria osserva una discrezione scambiata per segretezza?  

O forse perché, più di recente, alla fine degli anni 90 sono insorte per la Gran Loggia Unita d’Inghilterra difficoltà con lo Stato e con il governo laburista, in merito ad accuse sull’azione di magistrati e poliziotti Massoni, che hanno portato ad una ingiunzione di consegna delle liste dei nominativi di alcune Logge?

Il fatto assolutamente inedito, testimonia di un certo deterioramento della posizione della Massoneria all’interno della società britannica.

Peraltro, onestamente, non conosco gli sviluppi successivi.

Un ultima annotazione, nel mondo profano, e più precisamente nel 1916 in Gran Bretagna fu introdotta l’ora legale. Bene, l’idea venne all’inglese William Wellett. Guarda caso Wellett era un accanito giocatore di golf ed osservò che così facendo, poteva giocare più a lungo.

Pavia, 23 maggio 2008

S.C. (AKH EN ATON)